In Italia, una famiglia su dieci non possiede alcun libro. È il preoccupante campanello d’allarme delle nuove povertà di cui si è discusso al seminario di studi tenutosi al Polo Zanotto, organizzato da Luigina Mortari, direttrice del dipartimento di Filologia, pedagogia e psicologia. Ospite Vanna Iori, professoressa di pedagogia all’Università di Milano e parlamentare alla Camera dei Deputati. Relatori dell’incontro sono stati Elda Baggio, docente di Clinica chirurgica e Claudio Zoli, professore di Scienza delle finanze. Scopo dell’evento era di evidenziare come, al di là dell’aspetto economico, in questi anni si stia assistendo ad una crisi anche pedagogica, un’incapacità di offrire un supporto valido soprattutto per le famiglie e i giovani.
Nuove forme di povertà. “La realtà – ha affermato Mortari – sta registrando un aumento della povertà, non solo economica, ma anche relazionale, sociale ed educativa, che si ripercuote con costi elevatissimi sul piano finanziario. Questo secondo tipo di povertà provoca una grave lacuna che impedisce ai giovani di sviluppare le proprie capacità e potenzialità”. Dunque, ragazzi con un futuro sempre più incerto, ma la speranza è quella di giungere ad un cambio radicale: “vogliamo portare l’attenzione dei politici, degli amministratori e di chi governa i processi di formazione ad occuparsi di questi nuovi aspetti”.
Prospettive per il futuro. In un quadro così delineato, appare fondamentale un’azione combinata da parte dello Stato e del mondo dell’istruzione. “Il primo passo che deve compiere il governo – ha precisato Iori – è quello di passare da una logica di trasferimenti monetari, come gli assegni sociali, ad una di servizi, che crea occupazione e un’alta professionalità”. Dal canto loro, “gli addetti alla formazione – ha continuato Mortari – devono modificare approccio e ricucire lo scollamento continuo tra piano di legislazione generale e quello dell’agire concreto delle persone”.
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27.10.2014