Religione, educazione, politica. Questi gli argomenti centrali della quinta conferenza del ciclo promosso dal Collegio Universitario Femminile “Don Nicola Mazza”. L’evento, coordinato da Emilio Butturini, docente di Storia della pedagogia, ha visto la partecipazione di Roberto Mancini professore di Filosofia teoretica all’Università di Macerata. L’incontro è nato per discutere della lezione lasciata da due grandi sacerdoti del secolo scorso, Primo Mazzolari e Lorenzo Milani. Figure carismatiche e spesso controverse, entrambi hanno dedicato la propria vita all’istruzione dei poveri e al rinnovamento della Chiesa cattolica, che loro ritenevano troppo rigida e lontana dal Vangelo.
La politica come servizio. Attivo soprattutto a cavallo delle due grandi guerre, Don Mazzolari si contraddistinse per il forte impegno contro il fascismo, al quale si rifiutò di aderire. "Sosteneva, infatti, l’idea di una politica in stretta correlazione con un concetto di democrazia qualitativa, basato sul principio evangelico di fraternità pacifica" ha spiegato Mancini. Milani riprese il pensiero di Mazzolari, sottolineando il valore dell’educazione alla parola, che crea comunità e si contrappone alla violenza. "Promosse perciò l’insegnamento come liberazione, non solo dall’ignoranza, ma anche dalla paura e dall’egoismo, per stimolare la realizzazione di se stessi e soprattutto il rapporto con gli altri".
La democrazia in tempo di crisi. “Mazzolari e Milani – ha affermato Mancini – ricordano che l’autentico impegno politico non è solo andare a votare. La vera democrazia è generare una forma di vita, dove si mettono al primo posto il valore delle persone e la relazione con gli altri”. L’azione democratica, dunque, è un’azione di pace e di comunità, in opposizione all’individualismo e al culto del denaro che caratterizza la società moderna, ancor più in questo periodo di crisi economica. “Non dobbiamo adattarci allo spirito del tempo – ha continuato il docente – Per vedere davvero la realtà e generare un’alternativa in questo momento di disperazione, è necessario guardare e percorrere un’altra via, quella che nel Vangelo viene definita la “strada della giustizia più grande”.
13.11.2014