In un periodo di crisi come quello di oggi, non bisogna pensare solo a creare quantità di lavoro ma soprattutto qualità. È questo il pensiero condiviso dai relatori della giornata di studi “Oltre il decent work. Condizioni e percorsi verso la qualità del lavoro e della vita lavorativa” che si è tenuta venerdì 14 novembre nell'aula magna di Scienze giuridiche. L'evento è stato promosso dai dipartimenti Tesis e Scienze giuridiche dell'università scaligera. Partendo da alcuni dati che definiscono i problemi dei lavoratori di oggi, si è cercato di individuare alcune soluzione pratiche per favorire il benessere lavorativo. A confrontarsi su questo tema sociologi e giuslavoristi di fame nazionale e internazionale che hanno dialogato tra loro in un approccio interdisciplinare.
Ad aprire il convegno i saluti istituzionali del rettore dell'ateneo Nicola Sartor che ha posto l'attenzione su come “il tema dell'occupazione, al di là della sua qualità, sta diventando sempre più drammatico soprattutto nella componente giovanile. L'Europa si è sempre caratterizzata nel mondo come leader negli standard di tutela previdenziali. Si rischia, oggi, di distruggere quanto si è costruito. Infatti, i cambiamenti in atto a partire dal crollo del muro di Berlino sono tali per cui le condizioni in cui si svolge la vita lavorativa sono soggette a rischi di arretramento enormi. È in atto una forte pressione al ribasso dei salari e, ancora peggio, degli stili in cui il lavoro si svolge. La soluzione a questi problemi non è banale e credo che la giornata di studi abbia dato un contributo alla definizione dei nodi cruciali e all'individuazione di possibili soluzioni.”
“L'iniziativa – ha rilevato Donata Gottardi, direttrice del dipartimento di Scienze giuridiche – ha cercato di capire quanto importante sia affrontare il tema del lavoro dal punto di vista del consolidamento dei diritti di base per trovare nuove proposte di accrescimento della qualità. Per questo, il titolo della giornata è volutamente provocatorio. Non si vuole presentare solo che cos'è il lavoro dignitoso ma come si può andare oltre, quali spazi di sviluppo ci possono essere in una prospettiva di accrescimento personale, quali opportunità e quali condizioni lavorative migliori. Il rischio di accontentarsi di standard minimi di qualità lavorativa, infatti, è quello di un livellamento verso il basso e non verso l'alto.”
“La difesa dei diritti del lavoro – ha proseguito Giorgio Gosetti, ricercatore di Sociologia dei processi economici e del lavoro – passa attraverso la ricerca della libertà di associarsi, di avere uno spazio di crescita, di espressione e di partecipazione. Non quindi un lavoro forzato, minorile e discriminatorio. Questi sono gli assi portanti sui quali l'Ilo, Organizzazione internazionale del lavoro, si sta focalizzando e su cui i nostri dipartimenti stanno lavorando.”
Gian Paolo Romagnani, direttore del dipartimento Tesis, ha ricordato come “il tema sia attualissimo. Concentrare l'attenzione sul mercato del lavoro e di come cambiano le sue condizioni è molto importante soprattutto in questi giorni in cui la politica discute di grossi temi come il Job Act, il piano del lavoro e le divisione del mondo sindacale. Ben venga un lavoro accademico per approfondire queste tematiche e dare un supporto a politici, economisti e operatori nel mondo sociale. Il fatto che due discipline abbiano unito le loro forze per conoscere in profondità, da più punti di vista, l'argomento è motivo d'orgoglio”.
Ascolta il servizio sul convegno realizzato dalla redazione di FuoriAulaNetwork.
17.11.2014