“La cultura e l’educazione alla legalità a partire dal dettato costituzionale”. Questo il tema del settimo incontro del ciclo di conferenze “Educazione, cultura e bene comune” che si è tenuto lunedì 24 novembre. Relatori Tommaso Dalla Massara docente di Diritto romano e Fondamenti del diritto privato europeo e il magistrato Gherardo Colombo. Nella sua introduzione Tomaso Dalla Massara ha sottolineato come l’impegno e l’interesse di Colombo per l’educazione alla legalità lo abbiano portato come testimone nelle scuole di tutta Italia.
Colombo sottolineato la necessità di intendersi sul linguaggio e, quindi, sul significato delle parole “L’educazione è un nodo fondamentale a cui va prestata molta attenzione. Si può educare in due modi, coinvolgendo o minacciando. Il centro, nel titolo dell’incontro, è legalità, ma cosa significa? – ha continuato Colombo – letteralmente rispetto della legge. Se la legalità è il rispetto della legge ed è legale ciò che è giusto, cosa è giusto? Nel corso dei secoli il collante della società è stata la discriminazione cioè l'attribuzione a ognuno di ciò che poteva o non poteva fare, anche in funzione del ceto sociale. Questo modo di stare insieme è cambiato dopo la seconda guerra mondiale a causa di ciò che è successo, l’uso della bomba atomica e la tragedia della shoah. Nel 1948 fu firmata la Dichiarazione universale dei diritti umani nella quale si riconoscono i diritti inviolabili dell'uomo. Cultura, educazione e legalità cambiano quindi significato. Dal secondo dopoguerra l’educazione deve tendere alla libertà. La Costituzione italiana riconosce i diritti inviolabili dell’uomo e per questo i doveri esistono solo in funzione dei diritti, i doveri sussistono in quanto utili alla realizzazione dei diritti, il dovere diventa funzionale al diritto. La cultura generale, però, continua a essere quella del secolo scorso, ci si basa sempre sulla discriminazione, nel vivere comune.”
11.12.2014