Possono le opere continuare a “viaggiare” senza il suo autore? Da questo spunto è iniziato il convegno di due giorni tenutosi al museo civico di Scienze naturali, dedicato a Giovanni Raboni, intellettuale di spicco della seconda metà del novecento scomparso nel 2004. L’evento è stato organizzato da Arnaldo Soldani, Antonio Girardi e Alessandra Zangrandi, docenti di ateneo, in collaborazione con la Scuola di dottorato inScienze umanistiche, il dottorato in Letteratura e filologia, la redazione scientifica di "Stilistica e metrica italiana" e il progetto di cultura teatrale Theáomai.
Intellettuale a tutto tondo. “Raboni è stato poeta, scrittore, traduttore, giornalista. – ha ricordato Arnaldo Soldani, professore associato di Linguistica italiana – Ha intrapreso una lunga collaborazione con “Il corriere della sera”, di cui è diventato una delle grandi firme della “terza pagina”, commentando film e spettacoli teatrali, e con il Piccolo Teatro di Milano, senza mai perdere quella vena poetica che lo ha sempre contraddistinto”.
A stretto contatto con la realtà. “La caratteristica migliore e più saliente di Raboni – ha proseguito il docente – è la sua capacità di saper mescolare se stesso e la propria poetica con la realtà, criticandola e prendendo posizione. Per questo, lo si ricorda come un intellettuale molto presente, sia sulla scena milanese, sia su quella nazionale ed è tuttora uno dei più importanti scrittori della tradizione lombarda”. Dunque, un autore dalla personalità poliedrica, in grado di calarsi alla perfezione nella società del tempo e di saperla interpretare e descrivere nelle sue opere. “In conclusione, – ha continuato Soldani – la mia risposta personale al quesito iniziale che ci siamo posti è che Raboni è stato un grande scrittore e, in quanto tale, i suoi scritti continueranno a starci a fianco anche in futuro”.
Ascolta l’intervista realizzata da FuoriAulaNetwork.
La Redazione
16.12.2014