Donatella Di Cesare, una delle massime studiose a livello internazionale del pensiero di Heidegger, sarà ospite all’Università di Verona giovedì 23 aprile alle 17 nell’aula T1 del Polo Zanotto. La docente di Filosofia teoretica de La Sapienza di Roma terrà un intervento dal titolo “Filosofia e antisemitismo, i Quaderni neri di Heidegger” proposto dalla scuola di dottorato in Scienze umanistiche e che inaugura il ciclo di “Open lectures” dell’ateneo; una serie di appuntamenti proposti dalle quattro scuole di dottorato che in futuro permetterà alla comunità universitaria e cittadina di assistere a conferenze con ospiti d’eccezione, esperti e studiosi di fama nazionale e internazionale.
La professoressa Di Cesare illustrerà le peculiarità dei Quaderni neri di Heidegger – taccuini di appunti e annotazioni, finora sconosciuti al pubblico – di cui lei ha curato l’edizione italiana. I taccuini, da poco pubblicati in tedesco, fanno luce sull’ambiguo rapporto del filosofo tedesco con il nazismo e l’antisemitismo. Riaprendo una spinosa questione, essi sollevano inquietanti e gravi interrogativi sulle responsabilità della filosofia nello sterminio. Perché la Shoah non è solo una questione storica; essa coinvolge direttamente la filosofia. «Se nei Quaderni neri che sono stati pubblicati (i volumi 94-96 delle opere complete) è venuto alla luce, in tutta la sua rilevanza, l’antisemitismo metafisico, nei quaderni più recenti (il volume 97) è cancellato per sempre il silenzio sulla Shoah – spiega la Di Cesare – . Nello sterminio Heidegger vede un autoannientamento degli ebrei. “Solo quando quel che è essenzialmente “ebraico”, in senso metafisico, lotta contro quel che è ebraico, viene raggiunto il culmine dell’autoannientamento nella storia”. Leggere Heidegger, confrontarsi con le frasi inquietanti dei Quaderni neri, non significa aderire a quel che ha scritto. La filosofia non è, come alcuni credono, un match calcistico, la sfida di una squadra contro l’altra; non si riduce al pro e al contro. Chi filosofa sopporta la complessità e abita nel chiaroscuro della riflessione».
20.04.2015