Un'équipe di studenti, dottori di ricerca e dottorandi dell'università di Verona, afferenti al dipartimento TeSIS, ha avviato una ricerca archeologica nell’area dell’anfiteatro romano di Aquileia.
Gli scavi si sono svolti tra il 7 e il 20 luglio, sotto la direzione di Patrizia Basso, docente di Archeologia classica, in seguito a una concessione di scavo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e in accordo con la Soprintendenza archeologia del Friuli Venezia Giulia.
Dell’importante edificio pubblico, utilizzato per gli spettacoli gladiatorii e le cacce agli animali, si conoscevano solo le dimensioni complessive e l’ubicazione nel quadro della città romana, attestate da una serie di scavi condotti nel settore orientale del monumento già a partire dal 1700 e fino agli anni '40 del Novecento. Rimanevano ancora in gran parte da chiarire, invece, numerosi aspetti architettonico-strutturali e l'inquadramento cronologico.
La zona analizzata dal team dell’ateneo scaligero, situata all'interno di un terreno di proprietà demaniale ubicato presso il Palazzo Brunner mai intaccato dagli scavi precedenti, ha confermato alcuni dati costruttivi, ma anche rivelato assolute novità.
“Il nostro studio – ha spiegato Patrizia Basso, docente del dipartimento Tesis e coordinatrice del progetto di ricerca – ha portato alla luce una poderosa e finora ignota platea di fondazione, larga quasi 4 metri, che doveva reggere la serie di pilastri esterni della facciata, presumibilmente collocati su più ordini fino a raggiungere un'altezza notevole, ancora da chiarire. Il dato è di grande rilevanza perché costituisce la prova che l'edificio era dotato di una galleria esterna e quindi presentava dimensioni ancora più ampie di quanto si era finora ipotizzato e si caratterizzava per una complessità costruttiva e una monumentalità davvero notevoli”.
I materiali raccolti, fra cui monete e numerosa ceramica, ora in fase di studio, potrebbero permettere di datare le fasi della costruttive dell’anfiteatro aquileiese e il momento del suo disuso.
L'università di Verona intende continuare le indagini negli anni futuri, al fine di portare alla luce un intero settore dell'edificio a partire dalla fronte esterna, già individuata con questa campagna di scavo, fino ad arrivare all'arena, dove si svolgevano gli spettacoli. Allo stesso tempo ci si propone di avviare una serie di analisi chimico-fisiche, geoarcheologiche e archeobotaniche per definire in dettaglio gli aspetti ambientali, tecnico-costruttivi e le datazioni delle diverse fasi di vita del sito.
Per saperne di più ascolta l’intervista alla prof.ssa Patrizia Basso, realizzata da FuoriAulaNetwork.
22.07.2015