L'università di Verona offre l'occasione per discutere e approfondire i punti strategici dell’opera di Claudio Magris direttamente con lo scrittore, in occasione dell'incontro "Epos e romanzo". L'evento, organizzato dalla scuola di dottorato in Scienze umanistiche e dal dottorato di Letterature straniere e Scienze della letteratura, è in programma lunedì 16 novembre dalle 17.20 nell'aula T4 del Polo Zanotto.
L'appuntamento è particolarmente significativo anche in considerazione della recentissima uscita dell’ultima opera di Magris intitolata "Non luogo a procedere". Aprendo alcune finestre di dialogo, si parte dall’ultimo libro per risalire all’intero corpus letterario dello scrittore. Saranno presenti all’incontro Ernestina Pellegrini dell’università di Firenze che all’opera di Magris ha dedicato un Meridiano, edito nel 2012, e Simone Rebora, che ha recentemente pubblicato una monografia critica sull’opera di Magris. Partecipano al dibattito Enza Biagini, docente dell’università di Firenze e Stefano Tani e Raffaella Bertazzoli, docenti di Critica letteraria e Letterature comparate dell’università di Verona. L’incontro avrà un’impostazione dialogica, con domande rivolte allo scrittore sulla sua opera, a partire dal debutto con la raccolta "Illazioni su una sciabola". Al centro di questi saggi si colloca, infatti, una dinamica molto complessa e centrale per la genesi dell’intera opera di Magris: la fine del “grande stile” dell’epos classico e la necessità di una coscienza tragica, capace di riconoscere il vuoto di valori e di fondamenti, ma anche incapace di rinunciare a una totalità che sembra ormai perduta. Altro elemento ricorrente, quasi una costante nelle sue narrazioni, è la struttura rizomatica entro cui si sviluppano le psicologie dei personaggi, una miriade di vite e di storie che s’irraggiano a comporre l’impianto narrativo. In "Non luogo a procedere" questo andamento è emblematico toccando l’anonimo, ossessionato collezionista, una delle voci narranti del romanzo. Si parlerà anche di Trieste, la città mitteleuropea dove Magris vive e che ogni volta sembra riattivarsi per portare alla luce nuove idee e nuove narrazioni.
Claudio Magris è uno dei più interessanti scrittori contemporanei. Germanista di formazione, è stato docente in diverse Università: da Freiburg a Torino a Trieste, dove vive. La sua attività di saggista e di critico è molto vasta, toccando anche la traduzione di testi importanti (Ibsen, Kleist e Schnitzler). Come narratore, ha esordito nel 1984 con "Illazioni su una sciabola", imponendosi da subito come uno degli autori più originali ed apprezzati in Italia e all’estero. Da allora, i libri e i saggi sono stati numerosissimi e tutti accolti con grande favore dalla critica e dal pubblico dei lettori. Nel 1986 esce "Danubio", il romanzo-saggio con tonalità diaristiche che forse è ancor oggi il suo più noto. Dall’osservatorio privilegiato di Trieste, città multiculturale e mitteleuropea lo scrittore parte per esplorare in un percorso di formazione, o meglio come un vero "Wanderer",la dimensione della decadenza, la crisi dei fondamenti del sapere e dell’esistenza, alle quali non sa opporre certezze assolute. Da questo libro, nel 1997 Giorgio Pressburger ha ideato uno spettacolo teatrale, presentato in prima mondiale al Mittelfest. Nel 1998 esce "Microcosmi", con cui Magris ha vinto il Premio Strega (1997). E’ un libro di piccoli spostamenti attraverso paesaggi reali e memoriali, ambienti in cui sono i dettagli ad avere importanza. Magris, da “uomo di confine”, oppone alla situazione di grave instabilità politica una sua realtà con un libro pieno di momenti aulici e di ricordi.
9.11.2015