Società, senso comune e democrazia. Queste le parole chiave del sesto appuntamento del ciclo “Luci e ombre nella comunicazione umana”, dal titolo “La comunicazione in politica: strumento di crescita civile e democratica o cattura del consenso?”. Relatori dell’incontro Ilvo Diamanti, docente all’università di Urbino, sociologo, politologo e saggista, e Luigi Ceccarini, docente dell’ateneo urbinate, coordinatore delle attività del gruppo di ricerca LaPolis e ricercatore nella squadra di Demos&Pi. L'incontro, che si è tenuto lunedì 16 novembre al Polo Zanotto, è stato coordinato da Tommaso dalla Massara, docente di Istituzioni di diritto romano e di Fondamenti del diritto privato europeo dell’ateneo scaligero e delegato del Rettore per l'Orientamento e le strategie occupazionali.
La riflessione di Diamanti è partita dall'evoluzione della politica italiana e del senso comune dei cittadini: “Gli italiani – ha detto il politologo – oggi hanno un’unica fede: quella per il calcio, la sola a non ammettere tradimenti. Una volta era così anche per la politica, ma l’era dell’appartenenza è stata superata da quella della comunicazione. All’interno di questa dimensione i valori possono esser definiti tali solo se si è in grado di esprimerli in modo convincente, e per questo ci vuole una buona capacità comunicativa”. Parlando di democrazia, Diamanti ha spiegato al pubblico come ci sia stata una spaccatura con l'inizio della cosiddetta seconda Repubblica. “La comunicazione è politica, e la politica è comunicazione. Berlusconi è stato un bravo comunicatore poiché è riuscito a riprodurre in politica le fratture sociali della prima Repubblica, adottando le tecniche del marketing imprenditoriale, e usando la politica per fare pubblicità . Ha ridotto il linguaggio e trovato le parole chiave: questo è fare comunicazione. Berlusconi ha saputo riproporre l'antica frattura tra pro e controcomunisti, caduta con il muro di Berlino, per ergere il nuovo muro di Arcore".
Diamanti ha concluso il suo intervento analizzando gli attacchi terroristici di Parigi. “In quest’epoca di democrazia in diretta, – ha detto – la vita umana è diventata un simbolo da spendere nel mercato della comunicazione dell’orrore. Bisogna essere consapevoli dell’uso delle armi sociali, poiché non sempre producono civiltà. Gli attacchi di Parigi hanno colpito zone della città che sono simbolo dei giovani. Gli attentanti erano rivolti a loro e alla libertà che rappresentano”.
Sul distacco dalla politica si è soffermato invece Ceccarini. “Ormai è poca la fiducia del senso comune nei confronti della politica. -spiega Ceccarini- Quel che è interessante è come la rete sia in grado di rinnovare il rapporto tra le componenti della società politica, e determini una comunicazione più veloce e diretta con le istituzioni. Il grande potenziale della rete, tuttavia, necessita da un lato dell’impegno del cittadino, e dall’altro di una politica più attiva, per fare di questa dimensione informativa un piano di supporto volto al miglioramento della democrazia".
Il prossimo appuntamento, dal titolo “La comunicazione istituzionale: l’evoluzione del linguaggio del Quirinale dalla prima alla seconda Repubblica”, si terrà lunedì 23 novembre, a partire dalle 17.30, nell’aula T5 del Polo Zanotto. Sarà ospite Marzio Breda, giornalista e collaboratore del Corriere della Sera. A coordinare l’incontro Federico Testa, docente di Economia e gestione delle imprese dell'ateneo veronese.
17.11.2015