Jens Bangsbo, uno dei massimi esponente a livello mondiale di metodologia dell’allenamento, è stato ospite dell'università di Verona il 20 novembre. La visita si è svolta nell’ambito di un accordo tra l’ateneo scaligero e l’università di Copenhagen, dove Jens insegna fisiologia dell’esercizio nella prestigiosa cattedra già tenuta da Bengt Saltin, per l’attuazione di un dottorato di ricerca congiunto sull’allenamento ad alta intensità. Il giovane ricercatore, Matteo Fiorenza, ha iniziato un programma di ricerca sotto la supervisione di Federico Schena, docente di metodologia dell’allenamento di Scienze motorie, Marcello Iaia dell’università di Milano e lo stesso Bangsbo, ben conosciuto a livello internazionale anche per la sua competenza sul gioco del calcio dal punto di vista biomeccanico e tattico.
La ricerca. L'obiettivo generale del progetto di ricerca è quello di esaminare e confrontare le risposte acute e gli effetti a lungo termine di differenti regimi di allenamento anaerobico sugli adattamenti muscolari e le prestazioni in soggetti sani e allenati e in soggetti non allenati ipertesi. La ricerca si articola in tre fasi che prevedono di indagare il metabolismo e le risposte fisiologiche acute, valutare gli effetti a lungo termine di diversi protocolli di allenamento anaerobico sui cambiamenti in termini di prestazioni, di esercizio e di adattamento muscolare in soggetti sani allenati, e gli effetti di un intervento di allenamento anaerobico sulla pressione arteriosa in soggetti non allenati ipertesi.
Intervento di Bangsbo.L’occasione del progetto congiunto è stata quindi anche opportunità per ascoltare dal vivo Jens Bangsbo nell’ambito di un seminario organizzato come evento di formazione del corso di dottorato in Neuroscienze, Scienze Psicologiche e Psichiatriche. Lo studioso danese, calciatore professionista con la maglia del Lingby in Danimarca, inventore del sistema per verificare l’efficienza fisica dei giocatori, allenatore in seconda di Marcello Lippi alla Juventus nel 2001, consulente sia della Fifa che della Uefa e autore di svariati articoli scientifici pubblicati in riviste internazionali e di molti libri, tra cui i due testi cult "Preparazione fisica nel calcio" e "Fisiologia del calciatore", ha catturato l’attenzione di studenti, dottorandi e docenti con un interessante e accurato intervento. “Training and testing of the top-class football player”, il titolo della relazione, ha messo a fuoco tre punti teorici importanti che stanno alla base dei suoi studi e hanno aperto nuovi orizzonti nel mondo del calcio e della preparazione fisica. Ciò che sottende la sua teoria è la convinzione che la preparazione fisica applicata al calcio vada sempre fatta con la palla. Nelle sessioni di training finalizzate all’esercizio intenso è necessario un elevato numero di contatti con il pallone, in quanto il lavoro aerobico di questo tipo ha enormi vantaggi nello sviluppo delle capacità fisiche del giocatore. Per Bangsbo la pianificazione dell’allenamento, oltre al lavoro col pallone, deve prevedere training ad intensità massima, che permettono un’efficienza fisica maggiore. Lo studioso danese ha inventato il “10-20-30”, allenamento in grado di migliorare le performance e garantire risultati sul piano della salute con tempi di esercizio ridotti. È risaputo che l’attività fisica intervallata è un metodo efficace, ma il grande merito di Bangsbo è di avere stabilito tempi e modalità di esecuzione. A tutto questo si deve aggiungere un lavoro fisico specifico per ruoli, strutturato a partire dal modulo adottato dalla squadra. Si tratta di un lavoro organico svolto in sinergia con l’allenatore, essendo il danese forse l’unico preparatore atletico in Italia che ha svolto anche un ruolo di panchina vicino a Lippi.
"Il dipartimento di Scienze neurologiche, biomediche e del movimento dell'università di Verona, con i suoi ricercatori dell'esercizio fisico e dello sport, svolge ricerche importanti nel campo della fisiologia nelle attività sportive, spiega Schena. Da un po' di tempo il nostro interesse si è rivolto anche agli sport di squadra (calcio, rugby, basket), realizzando significativi progetti in collaborazione con squadre italiane di alto livello e organizzazioni internazionali (FIFA). Questi studi hanno utilizzato un'analisi fisiologica e biomeccanica della prestazione derivante dall'esperienza di lavoro a Verona, e sono stati in parte realizzati all'interno dei nostri programmi di dottorato. Al fine di ampliare le nostre prospettive di ricerca, la corrispondenza di sport e prevenzione della salute è stata identificata come campo cruciale e gravido di nuove ricerche. Dal momento che abbiamo da poco iniziato a includere un approccio molecolare nei nostri studi, siamo molto interessati ad avviare nuove collaborazioni scientifiche in questo settore. Nel quadro del rafforzamento delle collaborazioni internazionali, che fanno di Verona un punto di riferimento nel panorama accademico nazionale, l'ateneo vanta anche questo importante progetto con l'università di Copenhagen".
23.11.2015