Negli ultimi mesi, a seguito degli avvenimenti di Parigi che hanno scosso l'opinione pubblica, l'Unione europea è vista come un apparato lento e macchinoso, riuscendo a fornire solo risposte ambigue e disomogenee. Con il fine di comprendere la funzione di uno degli organi dell'Unione, come la Corte europea dei diritti umani, l'ateneo veronese ha organizzato l'incontro "Il ruolo della Corte di Strasburgo nel sistema di tutela dei diritti fondamentali e i suoi rapporti con le corti supreme e costituzionali europee". L'evento, celebratosi nell'aula magna del dipartimento di Scienze economiche, si è tenuto venerdì 27 novembre a partire dalle 10.30. All'incontro, in qualità di ospite d'onore, è intervenuto Guido Raimondi, Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Raimondi. Il Presidente della Corte europea, nel suo intervento ha spiegato nel dettaglio le funzioni e i limiti della Corte di Strasburgo, focalizzandosi sui rapporti di collaborazione che la Corte intreccia con le corti costituzionali e supreme degli stati membri dell'Unione europea. Raimondi ha inoltre illustrato alcuni esempi di conflitto tra la Corte di Strasburgo e il diritto interno degli stati europei, come nel caso in cui il Legislatore emani leggi a carattere interpretativo con effetto retroattivo, emblematico in questo senso il caso delle "pensioni svizzere". La soluzione, secondo l'ex magistrato, è contenuta nell'interpretazione del principio di sussidiarietà che, dopo le conferenze di Brighton 2012 e Bruxelles 2015, si sta evolvendo nella direzione di un principio che avrà un raggio d'azione più ampio. La cooperazione tra la Corte di Strasburgo e le Corti costituzionali nazionali, come sottolineato dal Presidente Raimondi, diviene ancora più importante in questo periodo storico che vede l'Europa ostaggio della minaccia terroristica. Negli ultimi mesi infatti, più di un paese dell'EU, ha chiesto di sospendere la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, mettendo così in dubbio i risultati di molti anni di trattative come nel caso del Trattato di Schengen, emanato con l'intento di creare una Comunità europea libera da confini politici e votata alla multiculturalità.
La Corte europea dei diritti umani, CEDU, è un organo giurisdizionale internazionale, istituita nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 1950, per assicurarne l'applicazione ed il rispetto. La Corte è formata da tanti giudici quanti sono gli Stati Parte della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, eletti dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa tra i tre candidati proposti da ogni Stato per un mandato di nove anni non rinnovabile. I giudici eleggono tra loro un Presidente e due Vicepresidenti, con mandato triennale e rieleggibili.
30.11.2015
Negli ultimi mesi, a seguito degli avvenimenti di Parigi che hanno scosso l'opinione pubblica, l'Unione europea è vista come un apparato lento e macchinoso, riuscendo a fornire solo risposte ambigue e disomogenee. Con il fine di comprendere la funzione di uno degli organi dell'Unione, come la Corte europea dei diritti umani, l'ateneo veronese ha organizzato l'incontro "Il ruolo della Corte di Strasburgo nel sistema di tutela dei diritti fondamentali e i suoi rapporti con le corti supreme e costituzionali europee". L'evento, celebratosi nell'aula magna del dipartimento di Scienze economiche, si è tenuto venerdì 27 novembre a partire dalle 10.30. All'incontro, in qualità di ospite d'onore, è intervenuto Guido Raimondi, Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Raimondi. Il Presidente della Corte europea, nel suo intervento ha spiegato nel dettaglio le funzioni e i limiti della Corte di Strasburgo, focalizzandosi sui rapporti di collaborazione che la Corte intreccia con le corti costituzionali e supreme degli stati membri dell'Unione europea. Raimondi ha inoltre illustrato alcuni esempi di conflitto tra la Corte di Strasburgo e il diritto interno degli stati europei, come nel caso in cui il Legislatore emani leggi a carattere interpretativo con effetto retroattivo, emblematico in questo senso il caso delle "pensioni svizzere". La soluzione, secondo l'ex magistrato, è contenuta nell'interpretazione del principio di sussidiarietà che, dopo le conferenze di Brighton 2012 e Bruxelles 2015, si sta evolvendo nella direzione di un principio che avrà un raggio d'azione più ampio. La cooperazione tra la Corte di Strasburgo e le Corti costituzionali nazionali, come sottolineato dal Presidente Raimondi, diviene ancora più importante in questo periodo storico che vede l'Europa ostaggio della minaccia terroristica. Negli ultimi mesi infatti, più di un paese dell'EU, ha chiesto di sospendere la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, mettendo così in dubbio i risultati di molti anni di trattative come nel caso del Trattato di Schengen, emanato con l'intento di creare una Comunità europea libera da confini politici e votata alla multiculturalità.
La Corte europea dei diritti umani, CEDU, è un organo giurisdizionale internazionale, istituita nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 1950, per assicurarne l'applicazione ed il rispetto. La Corte è formata da tanti giudici quanti sono gli Stati Parte della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, eletti dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa tra i tre candidati proposti da ogni Stato per un mandato di nove anni non rinnovabile. I giudici eleggono tra loro un Presidente e due Vicepresidenti, con mandato triennale e rieleggibili.
30.11.2015
Negli ultimi mesi, a seguito degli avvenimenti di Parigi che hanno scosso l'opinione pubblica, l'Unione europea è vista come un apparato lento e macchinoso, riuscendo a fornire solo risposte ambigue e disomogenee. Con il fine di comprendere la funzione di uno degli organi dell'Unione, come la Corte europea dei diritti umani, l'ateneo veronese ha organizzato l'incontro "Il ruolo della Corte di Strasburgo nel sistema di tutela dei diritti fondamentali e i suoi rapporti con le corti supreme e costituzionali europee". L'evento, celebratosi nell'aula magna del dipartimento di Scienze economiche, si è tenuto venerdì 27 novembre a partire dalle 10.30. All'incontro, in qualità di ospite d'onore, è intervenuto Guido Raimondi, Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Raimondi. Il Presidente della Corte europea, nel suo intervento ha spiegato nel dettaglio le funzioni e i limiti della Corte di Strasburgo, focalizzandosi sui rapporti di collaborazione che la Corte intreccia con le corti costituzionali e supreme degli stati membri dell'Unione europea. Raimondi ha inoltre illustrato alcuni esempi di conflitto tra la Corte di Strasburgo e il diritto interno degli stati europei, come nel caso in cui il Legislatore emani leggi a carattere interpretativo con effetto retroattivo, emblematico in questo senso il caso delle "pensioni svizzere". La soluzione, secondo l'ex magistrato, è contenuta nell'interpretazione del principio di sussidiarietà che, dopo le conferenze di Brighton 2012 e Bruxelles 2015, si sta evolvendo nella direzione di un principio che avrà un raggio d'azione più ampio. La cooperazione tra la Corte di Strasburgo e le Corti costituzionali nazionali, come sottolineato dal Presidente Raimondi, diviene ancora più importante in questo periodo storico che vede l'Europa ostaggio della minaccia terroristica. Negli ultimi mesi infatti, più di un paese dell'EU, ha chiesto di sospendere la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, mettendo così in dubbio i risultati di molti anni di trattative come nel caso del Trattato di Schengen, emanato con l'intento di creare una Comunità europea libera da confini politici e votata alla multiculturalità.
La Corte europea dei diritti umani, CEDU, è un organo giurisdizionale internazionale, istituita nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 1950, per assicurarne l'applicazione ed il rispetto. La Corte è formata da tanti giudici quanti sono gli Stati Parte della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, eletti dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa tra i tre candidati proposti da ogni Stato per un mandato di nove anni non rinnovabile. I giudici eleggono tra loro un Presidente e due Vicepresidenti, con mandato triennale e rieleggibili.
30.11.2015
La Corte europea dei diritti dell'uomo, il cui ruolo ha assunto ancora maggiore importanza alla luce degli avvenimenti di Parigi, è stata protagonista nell'ateneo veronese in occasione dell'incontro "Il ruolo della Corte di Strasburgo nel sistema di tutela dei diritti fondamentali e i suoi rapporti con le corti supreme e costituzionali europee". Relatore dell'evento, che si è svolto nell'aula magna del Silos di Ponente venerdì 27 novembre, Guido Raimondi, Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Raimondi, nel suo intervento, ha spiegato nel dettaglio le funzioni e i limiti della Corte di Strasburgo focalizzandosi sui rapporti di collaborazione che la Corte intreccia con le Corti costituzionali e supreme europee. Raimondi ha inoltre illustrato alcuni esempi di conflitto tra la Corte di Strasburgo e il diritto interno dei singoli stati. La cooperazione tra la Corte di Strasburgo e le Corti costituzionali nazionali, come sottolineato dal Presidente Raimondi "diviene ancora più importante in questo periodo storico che vede l'Europa ostaggio della minaccia terroristica". Negli ultimi mesi infatti, più di un paese europeo ha chiesto di sospendere la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, mettendo così in dubbio i risultati di molti anni di accordi. È il caso del trattato di Schengen, emanato con l'intento di creare una Comunità europea libera da confini politici e votata alla multiculturalità, che oggi sembra essere a rischio.
La Corte europea dei diritti umani, CEDU, è un organo giurisdizionale internazionale istituito nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, per assicurarne l'applicazione e il rispetto. La Corte, con sede a Strasburgo, è formata da tanti giudici quanti sono gli Stati Parte della Convenzione, eletti dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. I giudici, a loro volta, eleggono tra loro un Presidente e due Vicepresidenti, con mandato triennale e rieleggibili.
Ascolta l'intervista a Guido Raimondi realizzata dalla redazione di FAN.
30.11.2015