L’invecchiamento della popolazione è uno dei fenomeni più rilevanti nei paesi industrializzati, dove circa un quarto della popolazione ha più di 65 anni e l’aumento dei cittadini che hanno superato gli 80 anni è più elevato di quello delle altre fasce di età. Importanti sono le conseguenze in ambito sanitario e socio-assistenziale. Accanto a un progressivo incremento della speranza di vita totale, quindi, è necessario migliorare il benessere delle persone anziane, aumentarne la spettanza di vita, in particolare di quella libera da malattia e disabilità, e dare impulso a un miglioramento degli standard di cura e di assistenza del soggetto anziano. Nasce per questo l’Healthy Aging Center, centro di ricerca e cura dell’invecchiamento in salute dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata e dell’università di Verona, presentato mercoledì 6 aprile al Policlinico di Borgo Roma. Sono intervenuti Nicola Sartor, rettore dell’università di Verona, Luca Coletto, assessore regionale alla Sanità, Francesco Cobello, direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata, Chiara Bovo, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata, Mauro Zamboni, direttore della sezione di Geriatria dell’università scaligera e Vincenzo Di Francesco, primario della Geriatria ospedaliera.
Ricerca, assistenza e formazione sono i tre pilastri su cui si fonda l’attività del centro, primo in Italia nel suo genere, che si propone come riferimento clinico-culturale per tutte le realtà assistenziali geriatriche nazionali anche grazie a una stretta collaborazione con prestigiose strutture europee e americane, allo scopo di condividere progetti di ricerca e la stesura di linee guida.
Ricerca. La comprensione dei meccanismi biologici che interessano i processi dell’invecchiamento è alla base delle attività di ricerca. Per questo tra i diversi ambiti di intervento attualmente in corso, per i primi cinque anni il centro ha identificato i seguenti: la valutazione dei fattori genetici, endocrini e metabolici e vascolari responsabili delle principali malattie legate all'invecchiamento (Alzheimer, diabete, morbo di Parkinson, malnutrizione per difetto e malattie cerebrovascolari); lo studio dei fattori condizionanti la sarcopenia e delle interazioni tra sarcopenia e obesità. A questi si affiancano l’analisi del ruolo dell’infiammazione subclinica nei meccanismi di invecchiamento e nel determinismo e progressione dei principali tumori, la valutazione dei determinanti dell’anoressia dell’invecchiamento e quella dei determinanti di disabilità fisica e fragilità nel soggetto anziano. Il tutto con l’obiettivo di identificare e sperimentare nuove molecole in grado di contrastare i meccanismi alla base dei processi di invecchiamento, anoressia dell’invecchiamento e sarcopenia. Alla ricerca di base si affiancano le attività di conduzione di trial clinici volti a esplorare ipotesi biologiche e l’efficacia di programmi di prevenzione e di trattamento impiegati nelle patologie geriatriche; lo sviluppo di programmi di educazione sanitaria basati su stili di vita orientati a un corretto regime alimentare e a un’adeguata attività fisica per un invecchiamento in salute; lo sviluppo, la messa a punto e la sperimentazione di tecnologie biomediche e di ausili fisici e robotici per migliorare il grado di disabilità fisica.
Clinica. Il paziente anziano è di gran lunga quello che più di frequente è presente sia nelle corsie di ospedale che negli ambulatori medici e che presenta la maggior complessità clinico-assistenziale. L’approccio medico chirurgico usualmente adottato, però, ricalca ancora vecchi standard. A una moderna Geriatria spetta, quindi, il compito di coordinare cura e assistenza del paziente anziano, con il coinvolgimento del paziente stesso, della sua famiglia e un adeguato utilizzo delle risorse territoriali. Per questo il centro si occuperà di migliorare lo standard assistenziale del paziente anziano con una visione globale di tutte le problematiche inerenti all'invecchiamento, di implementare i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta) relativamente alle principali patologie acute e croniche del soggetto anziano e i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali con gestione e presa in carico del paziente geriatrico. Tra gli obiettivi anche la gestione clinica del paziente anziano complesso (per esempio del paziente anziano chirurgico, o con insufficienza respiratoria, con ricoveri ricorrenti), l’identificazione del paziente anziano affetto da neoplasia suscettibile o meno di trattamento chemioterapico e l’identificazione di parametri predittivi di outcome e, infine, l’individuazione di un piano terapeutico e assistenzialemirato al miglioramento della qualità di vita del soggetto anziano fragile e alla prevenzione delle ri-ospedalizzazioni.
Formazione. La gestione del paziente anziano rappresenta un atto complesso, poco noto alla medicina tradizionale, che necessita di essere portato alla conoscenza dello studente ma anche del medico di medicina generale e dello specialista. Pertanto, il trasferimento delle nozioni e delle metodologie di tipo geriatrico diventa imperativo in considerazione del fatto che nel territorio, così come negli ospedali, la stragrande maggioranza dei pazienti ha un’età superiore ai 65 anni. A tale scopo, il centro organizzerà incontri di formazione sulle principali tematiche inerenti al paziente anziano fragile, con cui il medico di medicina generale, in particolare, si confronta ogni giorno nella sua pratica clinica. Una corretta gestione domiciliare della cronicità e della fragilità rappresentano, quindi, obiettivi primari di sanità pubblica. Per questo, già durante il suo primo anno di vita, il centro formerà almeno il 10% dei medici di medicina generale di Verona e Provincia al management delle principali sindromi geriatriche.
rd
06.04.2016