Pediatri da tutto il mondo si sono dati appuntamento a Verona nelle giornate del 6 e 7 maggio, al Palazzo della Gran Guardia, per un appuntamento annuale, giunto alla 18esima edizione, che affronta le novità scientifiche sulle malattie respiratorie e allergiche in età pediatrica. Asma, anafilassi, allergie alimentarie e respiratorie gli argomenti al centro dell’incontro. Il bambino allergico rappresenta, infatti, il carico di lavoro più importante per lo specialista in pediatria. Per questo è indispensabile un’ottimale collaborazione tra i diversi livelli specialistici pediatrici e un confronto costante tra i bisogni del paziente e del curante con le possibili soluzioni offerte dalle strutture specialistiche in relazione ai più recenti progressi scientifici.
Attilio Boner, docente di Pediatria generale dell’università di Verona e coordinatore scientifico dell’incontro, ha fatto il punto sull’incidenza delle patologie nella popolazione pediatrica fornendo alcuni dati sulle condizioni di salute dei nostri bambini. “Le malattie respiratorie ed allergiche – ha spiegato Boner – costituiscono le patologie croniche più frequenti in età pediatrica. Sono circa 750 i nuovi pazienti che dal Veneto e da fuori Regione si rivolgono a noi per un totale di 1100 controlli che ogni anno eseguiamo nei nostri ambulatori”. Numeri che riguardano il centro scaligero, certamente punto di riferimento a livello nazionale, ma che rendono conto di quanto sia alta l’incidenza di tali patologie che colpiscono la fascia più fragile della nostra popolazione. “Le malattie allergiche più frequenti tra i bambini sono la dermatite atopica, l’asma e la rinite allergica. La dermatite atopica, caratterizzata da un ridotto effetto barriera della pelle che inizia intorno al terzo mese di vita, riguarda tra il 10 e il 15 % dei nostri bambini tra i 2-3 anni, fino al 20% nel nord Europa. Di asma soffre, invece, circa il 10% dei nostri bambini. La patologia allergica più frequente durante l’adolescenza, ma che può comparire anche più precocemente, è, invece, la rinite allergica di cui soffre tra il 20 e il 25% dei ragazzi”.
Secondo gli esperti, inoltre, mentre la dermatite atopica tende a ridursi con la crescita, rinite allergica e asma tendono ad aumentare. Durante l’adolescenza, in particolare, si assiste a un aumento dei casi di asma che superano, per numero, i casi di remissione della patologia. “Fattori di rischio nella persistenza dell’asma e cause per la sua comparsa in età adolescenziale– ha aggiunto Boner – l’essere sensibili ad allergeni perenni quali acari, pelo di cane, gatto e muffe, in particolare l’Alternaria, e diventare fumatori o aver avuto una madre fumatrice durante la gravidanza. Un ruolo centrale è giocato dall’inquinamento atmosferico. A questi si aggiungano: la precocità della sensibilizzazione allergica (se un bambino diventa allergico nei primi 3 anni di vita le probabilità di diventare asmatico aumentano da 8 a 20 volte, mentre dopo il quinto o sesto anno di vitale probabilità aumentano di 2 volte), una dieta povera di frutta e verdura l’obesità e una vita sedentaria”.
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09.05.2016