Dal 13 al 18 giugno, Verona ospita la nuova edizione dell’International Symposium on Grapevine Physiology and Biotechnology, congresso mondiale in cui oltre 300 scienziati provenienti da tutto il mondo presentano le loro ultime scoperte incentrate sugli aspetti fisiologici e biotecnolologici della viticoltura.
“In questo periodo di grandi cambiamenti climatici ed economici – ha spiegato Mario Pezzotti, docente di Genetica agraria e organizzatore del simposio – la conoscenza è quanto mai importante per fornire gli strumenti che permetteranno alla viticoltura del futuro di adattarsi ed evolversi nel rispetto del tradizione”. Sostenibilità ambientale ed economica della viticoltura alcuni dei temi al centro del convegno che raccoglie contributi provenienti dalle più diverse realtà mondiali. “La fisiologia della pianta – ha aggiunto Pezzotti – viene indagata con metodi sempre più raffinati per arrivare a conoscere, nel dettaglio, i meccanismi alla base della resistenza ai parassiti, dell’adattamento a condizioni climatiche difficili, dell’efficienza nell’uso dell’acqua da parte delle varietà e della capacità di interagire con l’ambiente fornendo produzioni di pregio stabili nel tempo. Inoltre, le conoscenze genetiche approfondite sulla vite, ricavate negli ultimi anni a partire dal sequenziamento del genoma fino alla scoperta delle basi genetiche dei processi di sviluppo e di adattamento allo stress, permettono oggi di pensare ad applicazioni biotecnologiche nel breve periodo”. Le biotecnologie rappresentano, quindi, secondo gli addetti ai lavori, lo strumento applicativo con cui si arriverà, nel prossimo futuro, a ottenere i prototipi vegetali e le varietà in grado di interagire con le nuove realtà climatiche e produttive. “Prospettive aperte dalla tempestiva messa a punto di nuove tecnologie genetiche quali la cis-genetica e il “genome editing” – ha aggiunto il docente – che superano e velocizzano il miglioramento genetico tradizionale e permetteranno, nel prossimo futuro, di conferire ai vitigni le caratteristiche necessarie alla viticoltura di domani e di mantenere, al tempo stesso, la qualità delle varietà di élite e la biodiversità del patrimonio viticolo.
La presenza di Nick Dokoozlian,in rappresentanza della International Society of Horticultural Sciences e vicepresidente dei Vini Gallo, una delle più importanti aziende vitivinicole mondiali, attesta la centralità di questo congresso e dei temi trattati. Dokoozlian ha sottolineato come la ricerca nel settore abbia bisogno di investimenti e stretta collaborazione tra università e impresa, cosa che negli Sati Uniti avviene da tempo. “Anche l’Italia, in cui la viticoltura è così importante economicamente e paesaggisticamente, deve investire nella ricerca, sia pubblica che privata, per garantirsi il mantenimento di un primato che non può mai considerarsi completamente acquisito, specialmente in un’economica globale in costante cambiamento”.
Il congresso. La realizzazione di questo evento, che si svolge ogni quattro anni in diversi Paesi, è stata possibile grazie all’impegno dei docenti e ricercatori del dipartimento di Biotecnologie dell’università di Verona, diretto da Paola Dominici, che negli anni hanno saputo guadagnarsi la stima e l’attenzione dei colleghi di tutto il mondo, tanto da far prediligere Verona come sede del congresso 2016. Fondamentale è stato, inoltre, il coinvolgimento di aziende ed enti territoriali, che sempre più considerano importante il connubio università–impresa, e che hanno sostenuto il simposio in varie forme, consapevoli della necessità di innovare per mantenere le posizioni di rilievo acquisite sui mercati internazionali. Alla ricerca in ambito vitivinicolo si affianca a Verona il percorso formativo universitario del corso di laurea in Scienze e Tecnologie viticole ed enologiche che nasce per trasferire in una didattica di alto livello le competenze raggiunte in ambito scientifico.
Per maggiori informazioni consultare il sito del congresso.
15.06.2016