Letteratura, filologia, analisi dei testi letterari, il dominio dei saperi umanistici. Questi sono gli ambiti entro i quali si muove il corso di laurea magistrale in “Tradizione e interpretazione dei testi letterari” offerto dal nostro ateneo, che prepara i laureati nel campo delle letterature classiche greca e latina, di quelle medievali e romanze, delle letterature comparate e di quella italiana. La magistrale prevede anche un curriculum ‘internazionale’ Italia/Germania dedicato alle metodologie di ricerca dei due paesi nell’ambito della mediazione dei saperi umanistici, e offre dunque la possibilità, per chi lo volesse, di trascorrere un periodo di studio all’università di Augsburg e conseguire il doppio titolo di laurea magistrale tramite un progetto di cooperazione internazionale. Abbiamo fatto il punto sul corso con il referente, Andrea Rodighiero, docente di Lingua e Letteratura greca di ateneo.
Cosa distingue questo corso dagli altri? Perché vale la pena sceglierlo?
Si tratta di un corso a forte vocazione umanistico-letteraria, che mira a formare figure in grado di gestire per così dire a tutti i livelli (comprensione, analisi, commento) i testi della nostra tradizione letteraria; questo comporta ovviamente anche l’acquisizione del necessario senso critico e delle necessarie competenze per produrre a propria volta dei testi (ad esempio in attività redazionali, editoriali, o di compilazione e comunicazione). Vale la pena di sceglierlo perché offre l’opportunità anzitutto di ‘convivere’ per un biennio con le letterature antiche e moderne in maniera viva e dinamica, in un ambiente vivace e molto aperto all’esterno (il percorso internazionale ne è la prova, come anche le moltissime iniziative seminariali), e con approcci specialistici di rilievo nelle metodologie applicate ai testi stessi (l’ermeneutica letteraria fondamentale per comprendere e commentare, l’approccio filologico necessario per l’edizione dei testi, e così via). E in seconda istanza il corso, dati alla mano, offre opportunità di lavoro che vanno oltre quelle normalmente immaginate per la vecchia facoltà di Lettere (di cui in fondo ‘Tradizione e interpretazione’ è l’ideale erede). Il corso offre infatti molteplici sbocchi occupazionali legati non solo alla scuola e alla formazione ma anche alla diffusione della cultura umanistica, dalla promozione culturale alla progettazione di eventi, dall’editoria ai giornali, dalle Fondazioni agli Istituti culturali e al turismo, e così via.
In poche parole-chiave, su cosa si focalizza la didattica del corso? E quindi quali saranno le capacità del laureato?
Si comunicano conoscenze storico-letterarie delle letterature in oggetto; costruzioni di quadri teorici generali; si fa analisi dei testi e dei contesti di produzione; si applica un approccio filologico per la ricostruzione degli stessi. Tutto questo lo si ottiene attraverso una didattica dinamica e partecipativa, nella quale l’attività seminariale diventa di vitale importanza. Lo studente partecipa attivamente al corso, è chiamato a esprimersi, a valutare e criticare, a costruire lui stesso delle griglie di metodo e di analisi che gli permettano di ‘smontare’ e di comprendere i testi antichi o moderni che di volta in volta si trova di fronte. Alla fine del percorso il laureato sarà in grado di affrontare problemi e questioni legati alla storia letteraria e alla filologia testuale, sarà in grado a sua volta di definire il territorio di una ricerca più mirata (è il fine della tesi di laurea magistrale), saprà analizzare un testo sul piano storico-linguistico e dell’appartenenza ai generi di produzione nell’ambito della storia letteraria e culturale antica, medioevale e moderna. E saprà, infine, generare a sua volta un testo, organizzare un gruppo di lavoro intorno a un percorso di analisi comune, padroneggiare gli strumenti critici necessari all’analisi stessa (banche dati, lessici, dizionari, bibliografia critica, ecc.). Ci tengo a dire che le capacità e le conoscenze acquisite sono spendibili anche in altri contesti, non soltanto quelli tradizionalmente legati al testo letterario (scuola, ricerca, editoria); il percorso internazionale, in più, offre una formazione ‘doppia’ e competenze culturali e linguistiche estremamente sfruttabili in un territorio come il nostro, aperto per molteplici ragioni alla lingua e alla cultura tedesca.
Vista la sua esperienza personale, ci sono consigli o suggerimenti che vorrebbe dare agli studenti?
Di individuare abbastanza presto ciò che maggiormente li attira, quale ambito storico-letterario, quale epoca e quale genere, o quale contesto di produzione (biblioteche, archivi, teatri, eccetera), in modo da costruirsi nel biennio un percorso antico/medioevale/moderno che risponda a esigenze formative precise che sono, appunto, individuali e soggettive.
23.08.2016