Venerdì 7 ottobre, alle 14.30 nell’Aula Magna del dipartimento di Scienze Giuridiche dell’università di Verona, si terrà l'incontro"La morte digitale", nuova conferenza del ciclo “Casi controversi in materia di diritto delle successioni”. L'iniziativa, curata da Mauro Tescaro, docente di diritto privato e di diritto delle successioni dell’ateneo scaligero, ha l’obiettivo di affrontare temi successori di particolare rilevanza e attualità grazie ai contributi di esponenti dell’università, della Magistratura, del Notariato e dell’Avvocatura, posti gli uni accanto agli altri in uno stesso evento al fine di offrire agli studenti, ai professionisti e a tutti gli interessati un vivace dibattito da punti di vista differenti.
La conferenza dedicata a “La morte digitale”, sarà incentrata su una lezione magistrale di uno dei massimi esperti della materia, il Giorgio Resta, professore dell’Università di Roma Tre. “Nel mondo di Internet – ha spiegato Resta – i nostri dati e una parte consistente del patrimonio immateriale dell’individuo sono custoditi in forma digitale su supporti informatici e server esterni che ne assicurano una sostanziale perennità. Cosa accade con la morte del soggetto? Chi può accedere alle email, ai profili Facebook, o ai dati di comunicazione posseduti dai giganti della rete, come Google, Facebook o Twitter? Come incide l’evoluzione tecnologica sul diritto delle successioni a causa di morte e sugli strumenti di tutela postmortale della personalità?”
Seguiranno relazioni di importanti esponenti della Magistratura, del Notariato e dell’Avvocatura veronesi e un intervento di Marco Torsello, docente di Diritto privato comparato di ateneo, secondo cui “alcune recenti vicende giudiziarie d’oltreoceano hanno fatto emergere drammaticamente l’attualità del tema delle vicende relative al patrimonio di informazioni digitali del soggetto dopo la sua morte. Tali informazioni possono rimanere in rete potenzialmente in modo perenne; oppure, all’atto di disporre del proprio patrimonio per il tempo in cui avrà cessato di vivere, il soggetto potrebbe programmare la totale auto-cancellazione di tali informazioni, garantendosi un oblio eterno. Questa seconda possibilità pone non meno quesiti della prima, rendendo quello della morte digitale uno dei temi al tempo stesso più affascinanti e più difficili con cui il giurista è chiamato a misurarsi”.
28.09.2016