Charlotte Delbo, voce della deportazione e più in generale del Novecento, ha vissuto con intensità il suo tempo e ha cercato di costruirne la consapevolezza nell’immaginario collettivo grazie alla scrittura. Considerava il linguaggio del poeta il più adatto a raccontare l’esperienza e colpire il lettore nel suo intimo. La storia di questa scrittrice sarà protagonista mercoledì 25 gennaio, alle 21, al polo Santa Marta, per l’anteprima nazionale dello spettacolo teatrale “La primavera”, tratto dall’ultimo capitolo di “Nessuno di noi ritornerà”, primo tomo della trilogia “Auschwitz et après” della Delbo. La rappresentazione è realizzata con la traduzione di Elisabetta Ruffini e Rosanna Sfragara, la creazione scenica di Sfragara e la produzione di Armilla e Bottega d’arte Tam teatromusica. L’evento è inserito nell’ambito di “Memoria Memorie”, la serie di eventi promossi dall’ateneo per la Giornata della memoria.
L’ingresso è libero. I posti sono limitati, pertanto l’ateneo si riserva di non permettere l’accesso oltre il numero consentito per questioni di sicurezza.
Delbo era convinta che la cultura dovesse mescolarsi alla vita e la vita emanciparsi attraverso la cultura. Durante la seconda Guerra mondiale ha partecipato alla resistenza ed è stata arrestata e deportata a Auschwitz nel 1943, insieme a altre 240 donne immatricolate come “politiche”. Al ritorno dal campo, nel 1946, ha scritto subito il testo ma lo ha pubblicato, per scelta, vent’anni dopo. Assistente di Louis Jouvet, regista, e poi di Henri Lefebvre, filosofo e sociologo, non ha mai rinunciato a lasciarsi incuriosire dal mondo: non si è mai rinchiusa nel racconto di Auschwitz ma ha scritto di tutto ciò che la sua sensibilità di sopravvissuta, il suo impegno di scrittrice e la sua attenzione di donna l’hanno spinta a portare sotto gli occhi degli altri.
Elisabetta Ruffini e Rosanna Sfragara lavorano da molti anni sulla scrittura di Charlotte Delbo, all’interno di una riflessione e di una ricerca più ampie sulla letteratura come testimonianza dell’esperienza vissuta, nel suo rapporto con la tradizione, la trasmissione e la costruzione dell’immaginazione del futuro. Ruffini dirige l’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.
Ascolta l'intervista a Rosanna Sfragara realizzata dalla redazione di FuoriAulaNetwork.
20.01.2017