Resi noti i primi risultatidella Kabobo Expediationi che dal 2015 vede ricercatiori del Muse di Trento, dell’università di Verona e della Wcs, Wildlife conservation society alla scoperta di una delle aree isolate e quasi completamente inesplorate di foresta montana nel Congo orientale. Dopo il primo successo ottenuto il 7 febbraio con il sequenziamento sul campo del 96% di Dna di una rana affine ad Amietia delalandi, un anfibio diffuso in alcune zone dell’Africa orientale, il team composto da biologi e genetisti tra cui Massimo Delledonne dell’ateneo scaligero, ha eseguito con successo la prima sessione di sequenziamento su due rettili, due anfibi e due mammiferi, un pangolino o formichiere squamoso e una piccola antilope di foresta. Delledonne e Anita Rodrguez Prieto, ricercatrice del Muse di Trento hanno estratto, purificato e amplificato il Dna degli animali nel laboratorio da campo attrezzato nella foresta del massiccio di Kabobo, lungo le sponde del Lago Tanganika. I risultati ottenuti dal sequenziamento, effettuato con Gene, le nanotecnologie sviluppate da Oxford Nanopore, sono stati confrontati con le sequenze presenti in Genbak, la banca dati in cui sono depositate tutte le sequenze finora pubblicate.
“La tecnologia che abbiamo utilizzato in questa spedizione – spiega Delledonne – ci ha permesso, per la prima volta, di caratterizzare le basi genetiche di specie selvatiche direttamente sul campo e completamente offline, in un momento in cui la scienza è sempre più dipendente da internet”.
Importanti le novità che i ricercatori hanno potuto scoprire grazie all’utilizzo di questa metodica innovativa. Nel caso della lucertola Trachylepis maculilabris e dell’anfibio Xenopus victorianus, le sequenze hanno mostrato un indice di similarità del 99% con quelle depositate nella banca dati, confermando l’identità delle specie analizzate. Sorprendenti per gli scienziati i risultati ottenuti per il pangolino arboricolo del genere Phataginus e per la rana arboricola del genere Leptopelis. Nel primo caso un livello di divergenza del 3% che separa il pangolino arboricolo di Kabobo dalla popolazione la cui sequenza è presente in GenBank, sembra confermare il livello d’isolamento di queste foreste, così come la divergenza del 4% per il genere Leptopelis. Nel caso dell’antilope, il blast ovvero il confronto delle sequenze con quelle della banca dati, indica un’omologia del 96% con Cephalopus callipygus, una specie diffusa solo in Africa occidentale, in una zona che si trova a circa 2000 km dal luogo dove ora si trovano i ricercatori di Kabobo Expedition. La specie sorella, come definita da una recente ricostruzione filogenetica, è C. weynsi, la cui sequenza non è presente in GenBank. L’omologia con le specie di Cepalophus potenzialmente presenti nell’area di Kabobo (C. nigrifrons, C. silvicultor e C. dorsalis, C. leucogaster) risulta essere più bassa, compresa fra il 94% e il 95%, escludendo l’appartenenza del campione analizzato a una di queste specie.
Ulteriori indagini saranno necessarie per capire se l’antilope a cui appartiene il campione analizzato possa essere C. weynsi o altro. “Questo risultato preliminare – spiega Michele Menegon, ricercatore del Muse di Trento e coordinatore della spedizione – indica che, al di la delle possibili implicazioni tassonomiche, è possibile avere una prima indicazione, direttamente sul campo, della quantità di evoluzione non condivisa degli organismi di un luogo specifico, dato si inserisce nella valutazioni necessarie a proteggere quanto possibile della diversità biologica del nostro pianeta”. Questi primi risultati, che andranno confermati da successive analisi, rappresentano il primo concreto contributo che Kabobo Expedition alla recente proposta di fare di quest’area un nuovo Parco Nazionale.
#Kaboboexpedition (quasi) in diretta
Kabobo Expedition è anche online: per tutta la durata del viaggio sarà possibile seguire gli aggiornamenti sull’evoluzione del progetto attraverso video, immagini e grazie al racconto di un membro dello staff. Il reportage di Kabobo Expedition sarà raccolto in tempo reale in un blog, www.easternafromontane.org.
Sui canali Facebook (@museotrento), Twitter (@MUSE_Trento) e Instagram (@museomuse) sarà possibile scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo sulla spedizione, condividere e porre domande, trovare informazioni e curiosità sul progetto.
I membri della spedizione
Coordinamento: Michele Menegon (MUSE Museo delle Scienze) e Deo Kujirakwinja (WCS – Wildlife Conservation Society)
Esplorazione biologica: Michele Menegon (MUSE), Marina Moreno (MUSE), Guillain Mitamba (WCS), Emmanuel Muhindo (WCS) e Arcel Bamba (WCS)
GENE: Massimo Delledonne (Università di Verona) e Ana Rodriguez Prieto (MUSE)
Documentazione: Simone Pecorari, Claus Dettelbacher e Anna Sustersic
Trasporto: Papy Nkulu (WCS) e Celestin Mussa Katontoka (WCS)
Istituzioni coinvolte nel progetto:
MUSE – Museo delle Scienze di Trento
WCS – Wildlife Conservation Society, USA- DRC
Università di Verona
Personal Genomics, Italia
Per ulteriori informazioni, consultare www.muse.it e www.easternafromontane.org
22.02.2017