Derivati, rating, asimmetrie informative. Termini tecnici e per molti dal significato oscuro. Eppure sono operazioni e prodotti che avvengono quotidianamente e non riguardano solo gli esperti di finanza, ma i cittadini tutti, che hanno il diritto di essere informati.
Se ne è discusso nel corso del convegno “I lati oscuri della finanza”, organizzato dal dipartimento di Scienze economiche, con il coordinamento di Sergio Noto, docente di Storia economica. Di prestigio il tavolo dei relatori, a partire daNicola Beninidi Ifaconsulting Verona,Carla Romana Raineri, consigliere della Corte di Appello di Milano, Michele Ruggiero, PM della procura di Trani e il giornalista de L’Espresso Luca Piana, autore del recente libro “La voragine”, dedicato ai derivati acquistati dallo Stato. In collegamento Skype da New York è intervenuto Roberto Renò, docente del dipartimento di Scienze economiche dell’università di Verona.
“Il problema dei derivati riguarda tutti, non solo gli addetti ai lavori – ha spiegato Noto – perché coinvolge anche Enti pubblici, come lo Stato e i Comuni, che contraggono debiti che poi ricadono sulle spalle dei cittadini”.
Ci vorrebbero organi di controllo, in special modo per assicurarsi che non si verifichi la cosiddetta “asimmetria informativa”, per cui una parte è ben a conoscenza di tutto, mentre l’altra no.
“I miei stessi studenti, quando non hanno un forte bagaglio matematico, fanno fatica a seguire il corso sui derivati – ha precisato Renò – perché si tratta di un argomento profondamente tecnico. Eppure il mondo come lo conosciamo non esisterebbe senza i derivati. Già gli antichi romani se li scambiavano. Non vanno, quindi, demonizzati, ma non bisogna neanche nascondere la polvere sotto al tappeto, con la scusa del tecnicismo. È normale che chi più sa tenda ad approfittarsi della controparte che sa meno, ma questo va impedito, ci devono essere organi di controllo, le Istituzioni devono difendere i cittadini”.
Potrebbe essere la magistratura a rivestire questo ruolo? “Un tempo la finanza era a sostegno delle imprese – ha ricordato Carla Raineri – le proteggeva dai rischi. Invece negli ultimi anni, secolo della globalizzazione, c’è stata una progressiva uscita da questo schema, con una crisi nell’equilibrio tra rischio e responsabilità”.
Tutti hanno pertanto concordato sulla necessità di dotarci di nuove regole, affidandosi a persone competenti. “Ma in realtà le regole ci sono – ha concluso Benini – bisognerebbe farle applicare”.
07.04.2017