Denaro con la cultura: un binomio impossibile? È questa la domanda a cui si sta cercando di rispondere nel corso della quarta edizione delle Messedaglia Lectures, ciclo di incontri realizzato dal dipartimento di Scienze economiche d’ateneo, in collaborazione con Banco BPM, dedicato alla memoria del grande economista e scienziato veronese Angelo Messedaglia. Coordinati da Sergio Noto, docente di Storia economica, gli appuntamenti prevedono il coinvolgimento di ospiti prestigiosi del panorama nazionale e internazionale.
Il primo incontro, dal titolo “Musica, arte e soldi pubblici. Passi per un futuro possibile”, si è svolto giovedì 20 aprile nell’aula magna del polo Zanotto. A dare il via all’incontro è stato Noto, affermando che fare cultura di altissimo livello, nel nostro Paese e in particolare a Verona, usando efficacemente il denaro pubblico e generando al tempo stesso profitti, è difficile ma non utopistico.
Certo non è un’utopia per la Germania, di cui ha parlato al pubblico Tim Renner, personaggio di spicco della scena artistica berlinese, che è stato allo stesso tempo nel consiglio di amministrazione della Fondazione dei Berliner Symphoniker, manager del gruppo Rammstein, e, fino a pochi mesi fa, segretario per gli Affari culturali della città di Berlino. La capitale tedesca può contare, tra investimenti pubblici e privati, su 500 milioni di euro destinati alla cultura. Una cultura che è in costante rinnovamento, perché allo stesso frenetico ritmo cambiano anche le persone che popolano la città, rendendola uno dei poli multiculturali per eccellenza.
Aprirsi al rinnovamento, mantenendo ben salde le tradizioni, sembra quindi essere la chiave vincente, non soltanto all’estero ma anche in Italia, dalla quale sono giunte due testimonianze di grande successo: quella del teatro alla Scala di Milano e quella del Museo egizio di Torino.
A rappresentare il primo, il responsabile marketing Lanfranco Licauli, che ha citato l’equilibrio virtuoso tra tre poli, il pubblico, il privato e gli spettatori, che il teatro è riuscito a raggiungere. Grande attenzione è rivolta soprattutto agli ultimi, nei confronti dei quali si cerca di agire con una comunicazione capace di integrare i media tradizionali e quelli digitali, ma soprattutto con una serie di servizi che garantiscano la massima accessibilità, sia in termini economici che di comprensione. Ecco quindi formule di abbonamento, dedicate soprattutto ai più giovani, e vere e proprie attività formative e di approfondimento.
Del museo egizio ha invece raccontato il suo direttore, Christian Greco, che nell’illustrare gli straordinari risultati ottenuti finora, ha mostrato anche una forte ambizione al miglioramento. “Al momento, ospitiamo la seconda più grande collezione al mondo. Noi però vogliamo diventare il secondo più grande museo” ha affermato, sottolineando poi la sostanziale differenza che intercorre tra due concetti. “Un museo non è soltanto un luogo di esposizione, ma uno spazio di ricerca”.
Le Messedaglia Lectures proseguiranno, questa volta affrontando tematiche relative al mondo dell’artigianato e all’ambiente, il 27 aprile alle 17, nell’aula T2 del polo Zanotto.
24.04.2017