Il campo delle biotecnologie costituisce un ambito fortemente attrattivo nei confronti degli investitori economici ed il polo della ricerca e sviluppo veronese si conferma all’avanguardia in questo contesto. Bactory, spin off dell’università di Verona, si è classificata al terzo posto assoluto a livello nazionale nella categoria Life Science a termine della speciale selezione operata da Unicredit StartLab quale iniziativa nata per sostenere i giovani imprenditori, l’innovazione e le nuove tecnologie. La proclamazione dei vincitori si è tenuta giovedì 20 luglio all’UniCredit Tower di Milano.
Bactory offre una soluzione efficace per contrastare la formazione di patine batteriche (i cosiddetti biofilm) e promuovere la rimozione delle stesse laddove esistano superfici soggette alla contaminazione microbica, grazie ad un preparato a base di nanoparticelle metalliche biosintetizzate (BioNPs), vale a dire non ottenute mediante processi chimici, altamente inquinanti, bensì grazie allo sfruttamento di alcune specie batteriche coltivate in fermentatore.
Diverse le applicazioni cui si presta la soluzione individuata dalla startup, cofondata da Emanuele Zonaro e Silvia Lampis. In ambito medico, ad esempio, molti dei microrganismi che causano infezioni formano biofilm sulle superfici di cateteri, cannule e matrici di medicazione a contatto con fluidi organici e sono difficili da eradicare. In ambito industriale, laddove si trattano liquidi di natura organica come latte o succhi zuccherini, che possono costituire nutrimento per i microrganismi, è ricorrente la formazione di queste patine sulle superfici interne di serbatoi o del sistema di tubature dove i liquidi stazionano o circolano, durante il ciclo produttivo. La formazione di questi strati mucosi, oltre a costituire un possibile problema di ordine igienico, rischia, alla lunga, di provocare ostruzioni.
“Il nostro gruppo di ricerca si è occupato di studiare la capacità che alcuni ceppi batterici hanno di trasformare sali di metalli e metalloidi nello stato elementale di queste specie chimiche, in forma di particelle nanostrutturate” – spiega Giovanni Vallini, docente di Biotecnologie microbiche e Microbiologia ambientale nel dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo scaligero e cofondatore di Bactory – “L’importanza dei materiali nanostrutturati risiede nel fatto che le nanoparticelle, misurabili in termini di milionesimi di millimetro (quindi estremamente più piccole della più piccola cellula batterica), possiedono una quantità di superficie estremamente elevata rispetto al volume. Ciò conferisce a queste nanoparticelle proprietà davvero uniche, tra queste una spiccata reattività biologica. Il che fa di questi materiali ingredienti di eccezionale importanza in diversi ambiti tecnologici”.
La possibilità di avvalersi della catalisi biologica per la produzione di nanoparticelle fa fronte ad un problema di non poco conto. “La sintesi di materiali nanostrutturati attraverso protocolli fisico-chimici risulta infatti di elevato impatto ambientale – continua Vallini – in quanto si avvale dell’uso di reagenti altamente tossici, i cui residui devono essere poi smaltiti, e di condizioni drastiche in termini di pressione e temperatura decisamente energivore”. La possibilità di ottenere perciò nanoparticelle in condizioni operative cosiddette blande (a temperatura ambiente e normale pressione atmosferica), sfruttando le capacità biosintetiche di batteri e funghi, rappresenta una prospettiva di enorme portata.
“Per altro – aggiunge Silvia Lampis, docente di Microbiologia generale – con riferimento alla reattività biologica, le nanoparticelle di natura biogenica risultano grandemente più efficaci delle corrispondenti nanoparticelle ottenute per via fisico-chimica”.
Bactory Srl ha sviluppato un protocollo, attualmente in corso di brevettazione, per la sintesi di nanoparticelle metalliche, coltivando in reattore controllato determinate specie batteriche.
“Queste nanoparticelle si sono rivelate estremamente attive nel contrasto alla formazione di biofilm microbici e nella eradicazione di quelli già formatisi su superfici di diversa natura. Tali nanoparticelle costituiranno il principio attivo di un formulato ad azione anti-microbica che potrà trovare impiego in molti settori industriali dove la formazione di patine biologiche all’interno di depositi e tubature costituisce una vera e propria piaga per il buon funzionamento degli impianti. Il formulato in questione – conclude Vallini – avendo azione antimicrobica senza tuttavia essere un antibiotico, rappresenta un’alternativa di eccezionale rilevanza in quanto si pone come strumento esente da effetti collaterali di induzione di resistenza nei microrganismi, evento assai frequente quale conseguenza del prolungato trattamento con le normali sostanze antibiotiche”.
Il team di Bactory: Emanuele Zonaro, Marco Andreolli, Chiara Santi, Manuel Speri, Paolo Schiavon, Roberto Giordani, Silvia Lampis e Giovanni Vallini.