Una scuola estiva internazionale per scoprire più da vicino la figura di Dante e le sue opere. Si terrà dal 25 al 31 agosto a Ravenna e Verona la Summer school internazionale in studi danteschi, nata grazie alla collaborazione tra università Cattolica del Sacro cuore, Centro dantesco dei Frati minori conventuali di Ravenna e università di Verona. La scuola, giunta all’undicesima edizione, offre ai partecipanti una ricca proposta formativa che comprende eventi, seminari, corsi e conferenze.
Tra gli eventi in programma a Verona anche “Alessandro Anderloni dice la Divina Commedia”, che si terrà martedì 29 agosto, alle 21, nella basilica inferiore di San Fermo con ingresso libero. Durante l’iniziativa Anderloni, attore e regista veronese, leggerà i canti Inferno XXVII, Purgatorio II e Paradiso XI.
Perché a Verona. A partire dal 2015 alcune giornate della Summer school internazionale in studi danteschi si tengono a Verona. La scelta di affiancare a Ravenna una sede altrettanto prestigiosa affonda le proprie radici nel cuore della biografia dantesca. Verona fu per Dante il «primo refugio e ‘l primo ostello» nel 1303, quando il poeta beneficiò della «cortesia del gran Lombardo», Bartolomeo della Scala. Vi tornerà altre due volte, ospite di Cangrande della Scala, cui Dante fu legatissimo tanto da dedicargli la terza cantica della Commedia. A Verona il poeta avviò probabilmente la stesura del De vulgari eloquentia e vi pronunziò, nel 1320, la celebre Quaestio de aqua et terra. In città prenderanno successivamente dimora i suoi discendenti, primo fra tutti il giudice Pietro, cultore e commentatore dell’opera del padre. La famiglia Alighieri vi si stabilirà in modo permanente lasciando ampia traccia della propria presenza. Gli eredi ancora oggi ne conservano importanti testimonianze storiche come l’archivio privato e la Villa Serego Alighieri, il cui terreno fu acquistato nel lonta no 1353 proprio dal figlio di Dante, Pietro. Moltissimi sono i luoghi cittadini legati alla presenza dantesca: la Biblioteca Capitolare, che il poeta ebbe probabilmente modo di visitare, la chiesa di S. Elena, dove pronunciò la Quaestio, il palazzo del Podestà, ove risiedeva Cangrande.