L’ateneo veronese da tempo si pone l’obiettivo di strutturarsi come una “Student-Athlete Friendly University”, ovvero come ateneo sensibile e attento a sostenere il diritto allo studio e la conciliazione di questo impegno con lo sport, anche di alto livello, degli studenti. È questo l’obiettivo del progetto “Academic coach”, ideato e promosso dal Comitato sport di ateneo e dall’Esu di Verona in collaborazione con il Cus. Il progetto è stato presentato martedì 29 agosto, in sala Barbieri di Palazzo Giuliari, alla presenza del rettore, Nicola Sartor, del presidente del Comitato Sport di ateneo, Federico Schena, del direttore dell’Esu, Gabriele Verza. Testimonial dell’iniziativa sono Simone Anzani, già pallavolista della Blu Volley Verona, e Laura Letrari, nuotatrice di livello internazionale, entrambi iscritti all’università scaligera.
Il progetto Academic Coach. Il progetto, già iniziato durante il secondo semestre dello scorso anno accademico nella sua fase pilota, mira a sostenere il diritto allo studio e il diritto alla pratica sportiva degli studenti-atleti veronesi che stanno intraprendendo una doppia carriera, universitaria e sportiva. Inoltre si valorizza la peer tutorship, ovvero il supporto fra pari, offerto da uno studente ad un altro studente-atleta. Gli atleti di elite (professionisti o impegnati nella massima serie o in competizioni internazionali) fronteggiano infatti molteplici sfide per conciliare gli impegni sportivi con quelli accademici o lavorativi. Il modo in cui gli atleti riescono a conciliare la carriera educativa con quella sportiva influenza non solo il proprio percorso accademico, ma anche la fase di scelta professionale e di inserimento nel mercato del lavoro, sia durante ma soprattutto al termine della propria carriera sportiva.
Come funziona. Academic Coach si basa sull’individuazione di studenti in corso di studio o di neo-laureati all’università di Verona che assumano la funzione di “tutor” o meglio di “peer-tutor coach” durante l’anno accademico 2017-2018, per il supporto di studenti-atleti, impegnati in campionati internazionali o nazionali di massima serie, grazie al finanziamento di incarichi di tutorato. Non si tratta, quindi, di un percorso di studi differenziato, che faciliti lo studente-atleta nelle attività didattiche, di studio e di ricerca, bensì di un sostegno nel mantenimento di una buona carriera universitaria, nonostante i vincoli costanti imposti dalla carriera sportiva, garantendo un efficace supporto allo studio grazie alla collaborazione di un pari, che sia di ispirazione per lo studente-atleta. Le azioni del tutor potrebbero esemplificarsi in un’efficace pianificazione dell’agenda, nel rispetto dei tempi e delle scadenze accademiche, per evitare spiacevoli rallentamenti nella carriera universitaria, causati da scarsa organizzazione degli impegni, o del calendario condiviso fra studio e allenamenti, esami e competizioni, oltre che ad azioni di sostegno al reperimento dei necessari materiali di studio. Il peer tutoring, inoltre, è una strategia appartenente alle moderne teorie dell’apprendimento, riconosciuta come altamente efficace. Essa si contraddistingue per la presenza di un coetaneo, opportunamente formato, che sostenga il “pari” nel suo percorso di studi.