Con lo spettacolo teatrale “L’è morta ma ghe bate el cor”, andato in scena giovedì 29 marzo, al teatro Camploy, si sono conclusi gli appuntamenti organizzati dall’ateneo per celebrare l’8 marzo, promossi dal Comitato unico di garanzia di ateneo.
“Sulle origini della Giornata Internazionale della donna ci sono molti racconti, non è quindi semplice individuare con precisione la genesi di questa giornata – spiega Marina Garbellotti, presidente del Cug – che ha più di cento anni. Ma ciò che importante rilevare è che nel corso del Novecento donne provenienti da differenti nazioni e ambienti sociali hanno avvertito la necessità di individuare una giornata per ricordare le loro conquiste sociali, politiche ed economiche, per denunciare le discriminazioni nei loro confronti e per rivendicare gli stessi diritti riconosciuti agli uomini. Questa giornata mantiene una valenza simbolica e sociale molto importante soprattutto se pensiamo che, come emerge da una ricerca condotta qualche anno fa in vari paesi, più la condizione femminile è favorevole (rappresentanza sul piano politico, tasso di attività professionale elevato, riconoscimento sociale) e meno la giornata è festeggiata. Se questo rapporto è vero, nel nostro paese, dove una piena parità tra i sessi non è ancora stata raggiunta sul piano giuridico, economico e soprattutto su quello culturale, è quanto mai utile celebrare la giornata internazionale della donna”.
La parità di genere passa anche attraverso il riconoscimento delle differenze. In campo medico si va sempre di più verso la medicina personalizzata e recentemente si sta scoprendo che esistono differenza a livello cellulare tra uomini e donne e i farmaci stessi dovrebbero tener conto di ciò, come spiega Ilaria Decimo, ricercatrice di Farmacologia nel dipartimento di Diagnostica e sanità pubblica:
La cura della salute della donna, in particolare di quante soffrono di neoplasie ginecologiche è al centro del lavoro di Massimo Franchi, direttore della sezione di Ostetricia e Ginecologia del dipartimento di Scienze chirurgiche, odontostomatologiche e materno infantili:
L’ateneo, insieme alla Cisl, è stato promotore di una ricerca dal titolo “Che male c’è?” sulle molestie, fisiche o verbali, cui spesso sono sottoposte le donne sui luoghi di lavoro, come spiega Giorgio Gosetti, docente di Sociologia nel dipartimento di Scienze umane:
In letteratura un campo di studi che guarda con attenzione al genere femminile è quello dei Fashion studies, ovvero vedere come la storia degli abiti racconti un sistema culturale, che spesso mette la donna in secondo piano. Lo racconta Chiara Battisti, docente di Letteratura inglese nel dipartimento di Lingue e letterature straniere:
I modelli familiari stanno mutando negli ultimi anni, con diversi tipi di famiglia e l’emergere di nuovi tipi di genitorialità. La figura della donna è cambiata, ma al tempo stesso è cambiata anche la figura paterna. Le ragioni sono diverse, come spiega Alessandra Cordiano, docente nel dipartimento di Scienze giuridiche e studiosa del Diritto di famiglia: