Semplicemente se stessi. Così è stato intitolato l’incontro, organizzato in ateneo il 18 aprile, con gli atleti paraolimpici Michele Ferrarin, argento nel paratriathlon alle Olimpiadi di Rio del 2016, e Francesca Porcellato, tra le più medagliate atlete italiane a livello mondiale. Un dialogo aperto con gli studenti quello tenuto dagli atleti, portatori di un messaggio fortemente positivo: non esistono barriere che possano impedire di perseguire i propri obiettivi. E tra questi ci può essere quello di completare con successo il proprio percorso di studi.
“Le università ormai fanno i conti con un dato incontestabile: nel corso degli ultimi anni sono aumentate le persone con disabilità che si sono avvicinate alla carriera universitaria, – spiega Giorgio Gosetti, delegato del rettore al Diritto allo studio e alle politiche per gli studenti – e soprattutto si sono andate differenziando le forme di disabilità. È del tutto evidente che una politica di inclusione e accessibilità all’università, anche a fronte del diversificarsi delle problematiche degli studenti, deve affrontare una molteplicità di dimensioni relative a fattori vincolanti, che non possono essere ridotti alle barriere architettoniche. Quindi l’ateneo deve sempre più mirare anche alla costruzione di un “contesto inclusivo”. Proprio perché si genera inclusione guardando alla concreta e quotidiana relazione fra persone e ambiente di vita e di studio”.
Nel partecipare alla neo-costituita rete delle università del Triveneto impegnate su questo tema, che, fra le altre cose, sta promuovendo un Master di secondo livello proprio sui temi dell’inclusione, l’ateneo di Verona sta perseguendo alcune linee di azione specifiche: una ricognizione continua delle risorse interne da attivare in riferimento ai percorsi di studio e a progetti integrativi; la predisposizione e condivisione di un regolamento e una carta dei servizi che declinino, sotto il profilo concettuale e operativo, l’inclusione in ateneo e le modalità di coinvolgimento delle diverse componenti; la costituzione di un comitato scientifico che supervisioni le politiche e le attività di inclusione in ateneo; lo sviluppo di progetti formativi rivolti a docenti e personale tecnico e amministrativo sui temi dell’inclusione; l’implementazione di progetti integrativi su temi di interesse della popolazione disabile (sport, teatro, cinema, ecc.), complementari alle attività di studio; la costruzione di una linea di continuità con le scuole superiori per comprendere le tipologie di disabilità in ingresso; l’individuazione di soggetti istituzionali con i quali condividere azioni sull’inclusione e sull’accessibilità.
“L’obiettivo alla base di queste molteplici linee di azione – conclude Gosetti – è anche quello di generare attenzione all’inclusione nelle normali pratiche quotidiane, didattiche e di rapporto con gli studenti, regolando l’accesso ai percorsi di studio ed esplicitando le modalità di supporto”.
Tra le azioni messe in campo dall’ateneo ci sono i corsi rivolti ai futuri insegnanti, che riuniscono saperi diversi, come spiega Angelo Lascioli, docente di Didattica e pedagogia per l’inclusione nel dipartimento di Scienze umane:
Lo Spin off dell’ateneo Economics Living Lab ha recentemente siglato un protocollo d’intesa con il Comune per realizzare uno studio di fattibilità volto all’adozione, come primo capoluogo d’Italia, del Fattore Famiglia comunale, una rimodulazione della metodologia di valutazione dei parametri Isee, per una più corretta redistribuzione alle famiglie delle prestazioni sociali agevolate. Lo racconta Carlo Federico Perali, docente di Politica economica nel dipartimento di Scienze economiche, tra gli ideatori della ricerca:
Nel dipartimento di Informatica si mettono a punto dispositivi di supporto a disabilità motorie. La domotica può essere a sostegno delle persone, come spiega Davide Quaglia, docente di Sistemi delle elaborazioni dei dati nel dipartimento di Informatica:
Del connubio tra sport e disabilità ci ha parlato Federico Schena, presidente del collegio didattico di Scienze motorie: