Il diritto come strumento d’interpretazione e di gestione efficace dei cambiamenti che condizionano la realtà. È questa l’idea alla base del progetto “Diritto, cambiamenti e tecnologie” del dipartimento di Scienze giuridiche dell’università di Verona. Lo hanno presentato il 27 aprile la direttrice Donata Gottardi e Tommaso dalla Massara, coordinatore del Laboratorio di didattica innovativa. Il progetto, della durata di cinque anni, è sostenuto da un fondo premiale del ministero dell’Università e della ricerca di 7.325.000 euro ottenuto nell’ambito del finanziamento ai dipartimenti di eccellenza.
“Grazie al progetto – ha spiegato Gottardi – il nostro dipartimento potrà proiettare gli studi giuridici veronesi in una dimensione di confronto strutturale e di conoscenza aperta alle altre discipline, con una ricerca impegnata su temi di frontiera e orientata a produrre risultati utili per la società e il mondo delle imprese e delle professioni, nella prospettiva di Industria 4.0, innovando strumenti e metodi. Vogliamo occuparci delle sfide della ricerca giuridica nel prossimo futuro, con la convinzione e l’ambizione che il diritto, anziché arretrare e subire, ne diventi protagonista. Il diritto è condizionato dai cambiamenti che stiamo vivendo, ma proprio per questo è chiamato a disciplinarli e a porsi quale strumento d’interpretazione e di loro gestione efficace. Il diritto, quindi, come strumento di governo dei fenomeni”.
Sotto il profilo tematico, il progetto di sviluppo si propone di indagare i cambiamenti nei seguenti ambiti:
– I processi decisionali, sia pubblici che privati. Le tradizionali sedi decisionali appaiono oggi non sufficientemente rappresentative del crescente pluralismo delle società moderne, anche a causa del potenziamento dei nuovi media. Il giurista è dunque chiamato ad aggiornare e adeguare le consuete forme giuridiche e a elaborare modelli nuovi basati sui principi di trasparenza, sussidiarietà e autonomia.
– Lo sviluppo delle tecnologie. Attraverso le nuove potenzialità di conoscenza, elaborazione e comunicazione dei dati rese disponibili dallo sviluppo tecnologico, il diritto può adattarsi a questo contesto con nuove soluzioni normative. Allo stesso tempo, può incidere sull’innovazione tecnologica permettendola, vietandola o influenzandola in relazione ad altri fenomeni.
– I profondi mutamenti socio-economici. Di fronte a un’economia post-crisi, ai processi di globalizzazione e de-globalizzazione, ai nuovi flussi migratori e ai cambiamenti climatici e ambientali, il diritto deve ripensare il suo ruolo e adattarsi a questi nuovi scenari.
– Il settore della moda e quello alimentare, i due ambiti specifici del progetto Industria 4.0. La ricerca è chiamata a studiare e approfondire la specificità di tali settori, per favorirne la crescita e il miglioramento grazie alla ridefinizione dei piani giuridici di riferimento.
Il progetto ha una struttura a innovazione diffusa. Punti qualificanti del piano, oltre ai temi di ricerca, riguardano la scelta di dotarsi di un Centro sperimentale e di un Laboratorio di didattica innovativa, che saranno il motore e il filtro delle attività. Il primo ha l’obiettivo di integrare l’attività di ricerca con quella di formazione e il secondo intende promuovere una collaborazione attiva tra il dipartimento di Scienze giuridiche e le altre strutture dell’ateneo.
I “dipartimenti di eccellenza” rappresentano un intervento innovativo e di forte sostegno finanziario, previsto dalla legge 232 del 2016 (legge di bilancio 2017). L’obiettivo è di individuare e finanziare, con cadenza quinquennale e nell’ambito delle 14 aree disciplinari del Consiglio universitario nazionale, i migliori 180 dipartimenti delle università statali secondo l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, Anvur. Dipartimenti che si caratterizzano per l’eccellenza nella qualità della ricerca e nella progettualità scientifica, organizzativa e didattica ai quali è destinato un budget annuale complessivo di 271 milioni di euro per 5 anni.
Sono cinque i dipartimenti dell’ateneo scaligero che riceveranno un fondo premiale per la realizzazione del proprio progetto di sviluppo scientifico e didattico. Oltre a Scienze giuridiche ci sono anche Informatica, Lingue e letterature straniere, Neuroscienze, biomedicina e movimento e Biotecnologie. Nel complesso l’università di Verona riceverà 36.172.580 di euro in cinque anni.