Circa 6 milioni di persone muoiono ogni anno a causa del fumo, una cifra che è destinata a crescere a più di 8 milioni l’anno entro il 2030, senza un impegno concreto da parte di tutti. L’uso di tabacco, inoltre, pesa enormemente sulle economie nazionali attraverso l’aumento dei costi sanitari e la diminuzione della produttività. Inoltre, per sensibilizzare la popolazione ai danni provocati dal fumo, il 31 maggio si è celebrata la giornata mondiale senza tabacco: la sfida è quella di astenersi per almeno 24 ore dalla sigaretta.
I danni della sigaretta sono principalmente a carico dei polmoni, ma non si limitano a questi, tanto che secondo l’Istituto Superiore di Sanità il fumo sarebbe la causa primaria di circa un terzo del totale delle neoplasie diagnosticate. Eppure si tratta di morti prevenibili, come spiega Cristiano Chiamulera, docente di Farmacologia nel dipartimento di Diagnostica e sanità pubblica, che racconta la ricerca svolta in Univr, con studi in realtà virtuale, per aiutare chi vuole smettere di fumare, scegliendo gli ambienti più adatti:
Il fumo ha un forte impatto anche economico, comportando alti costi sanitari. Si calcola che il 6% della spesa sanitaria nazionale sia legata alla cura di patologie fumo correlate, come spiega Paolo Pertile, docente di Economia sanitaria e ambientale nel dipartimento di Scienze economiche:
Eppure il fumo da sempre crea fascinazione, essendo legato a un forte immaginario collettivo. Giuseppe Sandrini, docente di Letteratura italiana contemporanea nel dipartimento di Culture e civiltà, ricorda come le sigarette siano parte integrante di alcune notissime pagine letterarie:
A fare il punto sulla presenza del fumo nei cinema è Alberto Scandola, docente di Storia e critica del cinema, che riflette: “Non salutare è quel cinema che lascia lo spettatore senza domande e non lo costringe a lavorare dentro di sé. Immorale o non salutare non è mai il gesto di un attore, ma il modo con cui il regista racconta o filma questo gesto”.