Martedì 29 maggio alla Società letteraria di Verona, Paolo Pozzato dell’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea di Vicenza ha presentato il suo libro: “Vittorio Veneto. La battaglia della vittoria (24 ottobre-4 novembre 1918)”. L’appuntamento chiude il ciclo di incontri dedicati al centenario della Grande Guerra promosso dal dipartimento di Culture e civiltà nell’ambito della rassegna “Memoria Memorie”.
La terza battaglia del Piave è stata il luogo del confronto definitivo tra l’Italia e il suo nemico storico: l’Impero austro-ungarico. Per analizzare questo conflitto lo studioso non ha rinunciato a considerare la prospettiva del nemico austriaco. Il volume, infatti, utilizza un approccio che mira a esaminare entrambi i punti di vista senza dare voce unicamente al vincitore.
“Dopo la sconfitta di Caporetto e la firma dell’armistizio da parte della Bulgaria con la conseguente chiusura del fronte orientale – ha raccontato Pozzato – l’Italia necessitava di una rivalsa soprattutto agli occhi degli alleati. La battaglia di Vittorio Veneto fu richiesta a gran voce dal ministro Orlando per affermare la supremazia dell’Italia che non poteva rischiare che la guerra finisse senza aver conseguito una vittoria. D’altro canto, il generale Armando Diaz propendeva per una offensiva multinazionale”.
Secondo l’autore al momento di progettare l’offensiva le condizioni del Piave non permettevano ancora l’attacco, per questo motivo la battaglia iniziò il 24 ottobre con l’assalto nel settore del Monte Grappa, in modo da guadagnare il tempo necessario all’abbassamento del livello dell’acqua del fiume. Questa strategia permise, inoltre, di confondere il nemico che non si aspettava un secondo attacco lungo il Piave.
“A Villa Giusti il 3 novembre 1918 – ha continuato Pozzato – venne firmato l’armistizio che sancì la vittoria italiana. Il trattato entrò però in vigore il giorno successivo anche se, come dice lo studioso, l’esercito austriaco non ne venne informato. Questo fraintendimento comportò un clima di confusione che prevedeva l’estrema arrendevolezza dell’esercito austriaco e l’aggressività di quello italiano.”
L’appuntamento si è concluso con una riflessione sul parco della memoria “Isola dei Morti”, che si trova oltre il fiume Piave a Moriago della Battaglia, Treviso. Qui dove si sviluppò l’offensiva per la battaglia della vittoria sacrificarono la vita migliaia di giovanissimi soldati. Questo luogo è ora un meraviglioso giardino di pini neri in memoria dei caduti, “Un sacrario vivo” l’ha definito l’autore, perché i pini sono stati inglobati dalla vegetazione circostante e il parco è diventato un luogo di ritrovo dove il passato si mescola al presente e al futuro.