Risolvere patologie che generano una iper attivazione del sistema immunitario, come le malattie autoimmuni, in cui il corpo attacca le proprie cellule sane, e contrastare il rigetto di trapianto di midollo.
Questi alcune delle potenzialità delle nanosistemi che si vogliono sviluppare con il progetto Resolve, finanziato dall’Unione europea e costituito da cinque unità di ricerca interdisciplinari: l’ateneo di Verona, l’università di Angers (Francia), l’università Claude Bernard di Lione (Francia), l’università della Scienza e Tecnologia della Norvegia e la ditta Biontech (Germania).
Il gruppo italiano, coordinato dal professor Vincenzo Bronte, è costituito dai ricercatori Stefania Canè, Silvia Sartoris e Stefano Ugel, dai post dottorati Elisabetta Beneduce, Francesco De Sanctis, Ilaria Marigo, Varvara Petrova, Rosalinda Trovato e Nice Turazzi, dagli studenti del corso di dottorato in Infiammazione, immunità e cancro Roza Barouni, Cristina Frusteri, Francesca Hofer, Chiara Musiu e Sara Sartori e dai tecnici universitari Cristina Anselmi, Tiziana Cestari, Giulio Fracasso e Ornella Poffe. L’attività di ricerca viene svolta integralmente all’interno della sezione di Immunologia del dipartimento di Medicina dell’ateneo scaligero.
Il progetto RESOLVE (suppRESsion of immunopathology by nanOparticle deLiVEry of mRNA to monocytes) parte dalla scoperta, fatta in ambito oncologico, che il tumore può trasformare delle cellule normali in immunosoppressive. Questo principio può essere, quindi, sfruttato, per fermare alcune malattie, che, al contrario attivano troppo il sistema immunitario. L’obiettivo è, quindi, di ideare nuovi nanosistemi per indurre tolleranza immunitaria, favorendo il trattamento di alcune patologie caratterizzate da una risposta immunitaria esagerata nei soggetti sottoposti a trapianto di midollo e patologie autoimmuni come ad esempio la sclerosi multipla, come spiega Vincenzo Bronte, direttore della sezione di Immunologia:
Nel dettaglio, il progetto si pone l’obiettivo di generare una formulazione di nanosistemi costituiti da nanocapsule lipidiche capaci di veicolare materiale genetico nei monociti circolanti. In particolare, le nanocapsule permetteranno di trasferire sequenze di geni che codificano per proteine la cui attività è in grado di ostacolare la risposta immune dipendente dai linfociti T dipendente, trasformando pertanto monociti che normalmente sono inerti in cellule immunospressive, quali le cellule soppressorie di origine mieloide (MDSC).
Novità e originalità delle conoscenze acquisibili. La realizzazione del progetto permetterà di ampliare le conoscenze riguardanti l’utilizzo di interventi di immunoterapia di patologie autoimmuni e di malattie del trapianto contro l’ospite basati sul trasferimento genico di mRNA codificante per proteine collegate all’immunosoppressione nelle cellule mieloidi. Inoltre, i risultati permetteranno di sviluppare dei farmaci unici ed innovativi che potranno essere trasferiti in clinica per il trattamento di pazienti affetti dalle patologie descritte in precedenza.
Le conoscenze e lo sviluppo tecnologico che si genereranno alla conclusione dello studio permetteranno di finalizzare la stesura di brevetti internazionali da poter sottoporre, in futuro, ad industrie biotecnologiche per la loro commercializzazione e applicazione.