Quello che emerge principalmente dal “Platone” di Adriana Cavarero, uscito in libreria il 6 settembre per i tipi di Raffaello Cortina, è una lettura femminista del pensiero del celebre filosofo greco. L’opera raccoglie infatti una serie di scritti dedicati all’allievo di Socrate, alcuni fino ad oggi inediti in Italia, della nota filosofa politica, già docente dell’Università di Verona.
“Platone – spiega Olivia Guaraldo, curatrice del volume – è il filo conduttore della carriera dell’autrice che, dalla somma dei saggi presenti, ne dona un’immagine costruita secondo un’ottica inusuale”. Soprattutto per quanto concerne la rilevanza politica della dottrina platonica, gli studi di Cavarero offrono infatti considerazioni del tutto originali.
Il confronto Platone-Arendt. “Che Platone, il filosofo delle idee, sia il padre della metafisica – scrive Cavarero – è ormai diventato un luogo comune del pensiero contemporaneo. Che egli sia anche il padre della filosofia politica, anzi, della filosofia politica intesa come disciplina che contribuisce a spoliticizzare la politica, è però un tema al quale pochi si appassionano. Fa eccezione – continua Cavarero – una pensatrice politica del tutto anomala e originale nel contesto del secondo Novecento: Hannah Arendt”. L’autrice, quindi, dà vita a un dialogo politico tra i due filosofi, presentandoli come poli concettuali opposti sul tema della democrazia.
Platone e le donne. Come sostiene Guaraldo, l’originalità della lettura cavareriana di Paltone, oltre al ricorso ad Arendt, è dovuta anche alla lente interpretativa di matrice femminista. Nel saggio “Nonostante Platone” (1990) l’autrice indagava il ruolo delle figure femminili presenti nella filosofia classica. Tra queste Diotima, a cui era dedicato un capitolo ora riproposto in questa nuova monografia, occupa un ruolo di assoluta importanza. “Diotima – spiega Cavarero rileggendo il Simposio – è sapiente di un sapere che corrisponde a uno dei punti più significativi della genuina dottrina platonica. Diotima – infatti – parla le parole di Platone”. Per quanto possa sembrare che una scelta narrativa del genere alluda ad un’assenza di misoginia, Cavarero invita ad individuare “un gioco simbolico sottile e ambiguo” che vuole “che sia una voce femminile a esporre il discorso filosofico di un ordine patriarcale”. Oltre la particolare attenzione nei riguardi della dicotomia Platone-donne, la raccolta di saggi intende fungere da suggello del lungo “corpo a corpo” intrattenuto dalla filosofa con il pensatore ateniese.
Adriana Cavarero è stata docente di filosofia politica all’Università di Verona e visiting professor alla New York University. I suoi interessi spaziano dal pensiero antico a quello moderno e contemporaneo, sempre vagliati criticamente rispetto alla loro valenza politica. Due sono gli aspetti che influenzano il
suo approccio alla tradizione filosofica: il “pensiero della differenza sessuale”, come prospettiva teorica capace di decostruire i principali paradigmi filosofici occidentali, e il pensiero di Hannah Arendt. Quest’ultimo utilizzato tramite le sue categorie più innovative come quella di nascita, pluralità, azione e
narrazione. Il risultato è una ricerca che insiste sulla unicità concreta, incarnata e sessuata, dell’essere umano. Alla solitaria astrattezza del soggetto filosofico, così come alla sua imprendibile frammentazione postmoderna, viene contrapposta l’unicità vivente di un sé che si genera nelle relazioni plurali, concrete e corporee, con gli altri esseri umani.