“Caro mostro. Duecento anni di Frankenstein” è stata la maratona di appuntamenti aperti alla cittadinanza, dal 4 al 9 novembre che l’università, in collaborazione con il Comune di Verona, ha dedicato a Frankenstein, protagonista del famoso romanzo gotico di Mary Shelley, in occasione del bicentenario della pubblicazione. “Credo che il bilancio sia veramente molto positivo” ha affermato Nicola Pasqualicchio, docente di Discipline dello spettacolo e coordinatore scientifico del festival “grazie ad una formula vincente con rassegna cinematografica e maratona di lettura”.
Dalle origini del mito alle rappresentazioni cinematografiche, dall’immaginario letterario alla scoperta delle nuove frontiere della scienza. “Un evento complesso e articolato che ha permesso di illustrare il mito di Frankenstein a 360 gradi” ha commentato Pasqualicchio. Il palazzo della Gran Guardia, il polo Zanotto e la Società Letteraria sono stati i luoghi in cui si è svolta la “maratona frankensteiniana”, comprensiva di un convegno di quattro giornate, una rassegna cinematografica e la lettura continuativa distribuita tra settanta lettori dell’intero romanzo della Shelley. “Oggi il mito di Frankenstein sopravvive”, ha commentato Alberto Scandola, “ma ha ancora tanto da dire alla scienza”. Sulla relazione tra il mito di Mary Shelley e mondo scientifico si è espresso anche Giuseppe Faggian, docente di Anestesia e rianimazione chirurgica, affermando che “anche nella scienza certe volte si creano dei mostri, sollevando problemi etici importanti”.
Il convegno è stato realizzato da Nicola Pasqualicchio e Alberto Scandola nell’ambito di Limen, il Centro interdisciplinare di ricerca sul fantastico nelle arti dello spettacolo, in collaborazione con la Società letteraria e Circolo dei lettori di Verona. L’evento ha ricevuto il patrocinio del Miur Veneto.