Un incontro con la storia. Quella che pochi ricordano e custodiscono. Quella del razzismo giuridico e culturale di epoca fascista imposto per legge, ottant’anni fa, nelle colonie italiane in Africa.
Pochi oggi ricordano che una legge del 1940 proibì il riconoscimento legale della figlia o del figlio meticcio da parte del padre italiano e che le leggi razziali in Africa orientale chiudevano un occhio sull’«espletamento dei bisogni fisiologici del maschio italiano» con le donne locali, l’importante era che la relazione non fosse formalizzata.
Tra le appassionate di quella storia c’è Francesca Melandri, sceneggiatrice e scrittrice. Già autrice di due romanzi di successo – “Eva dorme” (2010) sull’italianizzazione forzata dell’Alto Adige-Südtirol, e “Più alto del mare” (2012) sugli anni del terrorismo in Italia – in questa terza opera, “Sangue giusto” (2017), cui ha dedicato cinque anni tra ricerche e stesura , racconta dell’Italia fascista e razzista dell’Impero e dell’Etiopia, seguendo le vicende di tre generazioni di protagonisti che attraversano la storia italiana fino ai nostri giorni.
Francesca Melandri presenterà il suo libro in ateneo mercoledì 5 dicembre, alle 11.50, in aula T2 del Polo Zanotto, in occasione dell’incontro “Il colonialismo e le origini della politica razzista”, in memoria dell’80° anniversario della promulgazione delle leggi razziali. L’autrice parteciperà al dibattito con Renato Camurri, docente di Storia contemporanea di ateneo. Ad aprire l’incontro, il saluto del direttore del dipartimento di Culture e civiltà, Arnaldo Soldani, e del direttore di Nigrizia, Efrem Tresoldi.
Un primo confronto con l’autrice su questi temi si terrà la sera del 4 dicembre, promosso da Fondazione Nigrizia, con la partecipazione del direttore della rivista, Efrem Tresoldi.