“In questi quattro anni abbiamo realizzato ventidue conferenze, tre spettacoli teatrali, una mostra e la proiezione di tre film, in un progetto che ha cercato di unire didattica, ricerca e divulgazione”. È questo in sintesi il bilancio degli eventi dedicati al centenario della Grande guerra, organizzati dall’ateneo per ricordare i momenti salienti della prima guerra mondiale. Ad aprire l’incontro, che si è tenuto l’11 dicembre al Polo Zanotto, dopo i saluti introduttivi di Arnaldo Soldani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà, è stato Renato Camurri, docente di Storia contemporanea in ateneo.
“Questo lavoro fa parte di quella che chiamiamo terza missione – ha affermato Camurri – ovvero di tutto quello che riguarda l’apertura dell’università al territorio e la divulgazione dei suoi contenuti alle istituzioni locali, culturali e scientifiche di loro riferimento, presentando a un pubblico accademico e non la storia della Grande guerra”.
A seguire l’intervento di Mario Isnenghi, docente dell’università di Venezia, che ha evidenziato come la modalità di approccio a tali fatti sia stata molto spesso quella del “paradigma vittimario”, cioè di rapportarsi alla guerra guardando solo “dolori e sofferenze di questo grande massacro”. “Questa visione – ha proseguito Isnenghi – ha animato bellissimi libri a tema, rinunciando però in partenza alla storia, cioè alla fattualità. È necessario un recupero della fattualità con un sano bagno di neopositivismo”.
L’incontro è continuato con le parole di Quinto Antonelli, ricercatore al museo storico del Trentino, che ha portato l’attenzione al fenomeno della Grande guerra come vera e propria strage. “Nei miei studi non ho trovato tanto pacifismo ma tante armi e storie militari. Secondo un censimento della sitografia internazionale su questo tema, il 70% dei siti sono tutti dedicati alle armi, pochissimo al pacifismo, alle donne, ai civili”. A conclusione dell’incontro, Antonelli ha affermato come il ricordo di questa guerra nella memoria pubblica rimanga comunque sempre critico e come sia estremamente difficile rimanere neutrali rispetto ad esso.