Un palazzo nobiliare, ricco di storia e di fascino. Palazzo Giuliari, sede del rettorato dell’ateneo scaligero, racchiude in sé numerosi tesori artistici e racconta secoli di storia veronese. Il nome deriva dalla nobile famiglia dei Giuliari, originari di Padova, ma nel Cinquecento diventati tra i principali esponenti del patriziato veronese. I Giuliari acquisirono l’immobile dalla famiglia Guagnini, indicativamente intorno al 1591. E se, con tutta probabilità, è ai Fracastoro che va il merito della costruzione del palazzo quattro-cinquecentesco, è ai Guagnini che va quello di aver arricchito il suo interno con gli importanti e rappresentativi affreschi di Paolo Farinati e della sua bottega. Da poco installati, nel 1595 i Giuliari si rivolsero anch’essi al Farinati per la realizzazione di un ulteriore intervento pittorico al piano terreno. Alcuni affreschi di Farinati sono tutt’oggi ben visibili, come racconta Alessandra Zamperini, docente di Storia dell’arte moderna in ateneo:
La Punizione di Marsia di Paolo Farinati
L’impianto oggi visibile del palazzo è in gran parte opera del più noto tra i Giuliari, Bartolomeo, intellettuale, mecenate e architetto per passione, come ricorda Gian Maria Varanini, docente di Storia medioevale in ateneo:
Alla morte dell’ultima erede dei conti Giuliari, il palazzo fu donato, negli anni Cinquanta, all’università. La decisione della contessa Elena Giuliari Tusini, di lasciare Palazzo Giuliari all’ateneo può essere considerata l’esito segnato di una vicenda plurisecolare in cui la città, e con essa le sue istituzioni, hanno interagito con il quartiere di Veronetta.