Una giornata per confrontarsi e capire come affrontare al meglio i momenti di crisi nella comunicazione giornalistica e universitaria. Questo il focus della discussione “Comunicazione di crisi: riflessioni sul Crisis management tra giornalismo e comunicazione universitaria” che si è tenuta mercoledì 30 gennaio, nella sala Barbieri di palazzo Giuliari, tra professionisti della comunicazione e giornalisti. L’evento è stato organizzato dall’ Associazione italiana comunicatori d’università in collaborazione con l’ateneo.
In apertura i saluti istituzionali della delegata alla comunicazione Marta Ugolini che ha sottolineato quanto “le crisi mediatiche siano un tema trasversale e di stretta attualità, in un contesto vario e via via diventato più complesso, che vede le comunicazioni sempre più rapide”.
Sono seguiti numerosi interventi, in primis quello di Lucio Bussi, consigliere dell’Ordine nazionale dei giornalisti. “L’ordine è presente oggi a parlare di comunicazione di crisi e a ricordare le regole da rispettare sempre contenute nel testo dei doveri del giornalista, per un’informazione corretta e rispettosa della volontà dei fatti”. Bussi ha illustrato i contenuti del codice deontologico, ricordando prima di tutto il ruolo del giornalista come “colui che raccoglie, verifica e pubblica le notizie”.
Presenti anche relatori provenienti da altri atenei come Egizia Marzocco dell’università di Camerino e Stefano Maria Cianciotta, docente di Crisis management all’università di Teramo. La Marzocco ha illustrato la gestione della comunicazione di crisi nel caso concreto di Camerino, centro colpito da una forte scossa di terremoto nell’ottobre del 2016. “Numerosissime sono state le difficoltà incontrate non essendoci più fisicamente gli uffici della comunicazione, ma siamo riusciti a vivere una simile circostanza come opportunità per rilanciare il nostro ateneo”. Fondamentale in questo caso la comunicazione attraverso i canali social tramite il lancio dell’hashtag #ilfuturononcrolla.
“Non ha più senso parlare di comunicazione di crisi nella pervasività comunicativa che avviene attraverso i social”, queste le parole di Cianciotta, che ha inoltre ricordato come: “la comunicazione non è un fatto di propaganda ma organizzativo. Spesso per poterla fare bene c’è la necessità di distruggere le abitudini consolidate negli uffici”.