È stata Liliana Picciotto, storica da sempre impegnata negli studi sulle persecuzioni degli ebrei in Italia durante il periodo fascista e la repubblica di Salò, ad aprire il ciclo di appuntamenti programmati dall’ateneo in occasione della Giornata della memoria. Giovedì 31 gennaio, al polo Zanotto, ha presentato il suo libro “Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945”, discutendone con Renato Camurri, docente di Storia contemporanea dell’ateneo e coordinatore scientifico dell’iniziativa.
Il libro, frutto di una ricerca durata nove anni, è nato con l’intenzione di completare il precedente lavoro di ricerca della studiosa, sfociato nel “Libro della memoria” pubblicato nel 2002 da Mursia editore, per dare una rappresentazione della storia collettiva degli ebrei d’Italia. “Finita la ricerca sui deportati” ha spiegato Picciotto “ci siamo chiesti quale fosse stato il destino degli altri e come avessero fatto a salvarsi. Abbiamo scoperto che, spesso, i casi di salvataggio contemplavano anche le modalità più estreme”.
“Nei giorni in cui si ricorda la Shoah” ha aggiunto Camurri “e ci si focalizza quasi esclusivamente su coloro che non ce l’hanno fatta, questo libro offre una prospettiva diversa. La ricerca racconta le storie dei sopravvissuti e sposta il focus sulla storia, tornando all’interpretazione storica dei fatti. Un ottimo strumento per entrare nel mondo ebraico italiano tra il 1943 e il 1945, grazie a un intreccio di storie individuali.”
Gli appuntamenti dedicati alla memoria proseguono il 5 e 6 febbraio, dalle 9, nell’aula T.1 del polo Zanotto. Nei due giorni, infatti, si terrà con il convegno “L’Italia in esilio. La migrazione degli intellettuali italiani dopo il 1938”, a cui parteciperanno moltissimi studiosi ed esperti provenienti dalle maggiori università europee. Nella serata di martedì 5 febbraio, alle 21, nell’aula T.3 del polo Zanotto, “Diorama per Ferdinando Valetti”, a cura di Eadem Produzioni, proietterà il docufilm di Mauro Vittorio Quattrina dedicato alla figura di Valletti.
Il commento di Renato Camurri: