Con questa foto aerea della frontiera tra Stati Uniti e Messico si apre il libro curato da Emanuele Giordana, giornalista e cofondatore di Lettera22, presentato alla Società letteraria il 3 aprile da Matteo Nicolini, docente di Diritto pubblico comparato, e Valerio Pellizzari, cronista che da quarant’anni si occupa di politica estera. Il dibattito è stato introdotto da Isabella Pierangeli Borletti del dipartimento di Scienze giuridiche.
Il volume è composto in realtà da 19 saggi di vari autori e, come sostiene Nicolini, “vuole essere uno spaccato su diversi luoghi in cui ci si è posto il problema della frontiera”. Uno degli esempi chiave del libro è quello dei due grandi fiumi africani, il Niger, a cui “manca il coraggio” per affrontare la distesa sabbiosa del Sahara, ed il Nilo che riesce invece ad intraprendere il viaggio nel deserto. Nicolini lo usa come spunto per analizzare la storia contemporanea del Mediterraneo, scandita dai viaggi dei barconi carichi di migranti, che nonostante il pericolo non desistono dal partire verso nuove frontiere. La causa di questi viaggi della speranza sta proprio nel tentativo di rimuovere il confine, quel “muro liquido” che li separa da una terra dove si può realizzare il sogno che stanno inseguendo.
Il dibattito poi si sposta sul problema dei confini tracciati a tavolino, disegnati sulla carta senza considerare le popolazioni locali ma tenendo conto piuttosto di risorse minerarie e petrolifere. In questi casi il confine assume un’accezione negativa e diventa fonte di conflitti e tragedie, segno evidente che il mondo di oggi è ben distante dalla globalizzazione totale, come dimostra la rinascita dei movimenti nazionalistici.
Giordana però ci tiene a non chiudere l’incontro sulle note dello sconforto ed esorta il pubblico “a smettere di correre perché non dobbiamo andare da nessuna parte e non dovendo andare da nessuna parte non c’è alcun bisogno di tracciare confini”. Idea che, a ben guardare, si ritrova anche nella copertina, visto che la frontiera è posta accanto ad una strada che può, e deve rappresentare la via per aggirarla.