Non solo il cittadino come risorsa, spesso visto solo come un ingranaggio minuscolo tra i tanti di una macchina, ma anche il cittadino “scarto”. Su questo tema si sono concentrati don Martino Signoretto, biblista veronese, e Luca Zarri, docente di Politica economica d’ateneo, all’incontro “Cittadini non scarti” tenutosi il 12 aprile al polo Santa Marta. L’appuntamento rientra nel cartellone del Festival biblico, quest’anno alla sua quindicesima edizione.
“Il convegno di oggi – ha spiegato Zarri – verte sul tentativo di riumanizzare l’economia. Alla base c’è la volontà di dare uno sguardo alla realtà economica attuale alla luce di una visione economica ampia e inclusiva”. I media, infatti, propongono la visione di un’economia distante, qualcosa che procede senza freno, su cui il cittadino consumatore non ha nessun potere. Come spiega invece Zarri “ci sono spazi di azione, di inclusione e partecipazione basati sulla nostra volontà. Basti pensare che, come consumatori, possiamo incidere sulle dinamiche delle scelte etiche e morali delle imprese”.
Un nuovo umanesimo sociale e civile. L’economia dà a volte l’impressione di essere qualcosa di calcolato e quantificabile, che si basa unicamente su standard economici e di profitto non includendo il bilancio sociale. “Il pericolo – commenta don Martino – è che si arrivi ad un cinismo spietato, dove la persona che non produce deve essere eliminata. Ciò che è percepito come scarto, si pensi agli anziani, ai ragazzi in età scolare o alle persone ammalate, è il vero protagonista di quest’incontro”.
Lo scarto salva la società. Partendo dalla logica biblica, Signoretto mostra come ciò che è ignobile e disprezzabile rappresenta, invece, un volano che va a ridisegnare la società.