Ad un mese esatto dal Congresso mondiale sulle famiglie organizzato a Verona, che ha suscitato un grande dibattito, Riccardo Panattoni, direttore del dipartimento di Scienze umane, ricorda la presa di posizione di oltre 650 tra docenti, ricercatori e altri membri della comunità accademica che hanno scelto di firmare un documento in cui si esprimeva preoccupazione per le posizioni espresse da relatori e organizzatori del convegno.
Panattoni, primo firmatario del documento, ha spiegato che: “Il ruolo e la responsabilità della ricerca, la sua relazione con i valori e le posizioni politiche sono stati al centro delle riflessioni emerse nel dipartimento di Scienze umane in occasione della stesura e diffusione del documento sul World congress of families. Nello stesso periodo, il 27 marzo, vi è stato un incontro pubblico che ha inteso fare il punto, con il contributo di diverse discipline, sullo stato della conoscenza scientifica su famiglia, procreazione, genitorialità. In quell’occasione è stata messa in discussione l’idea sempre più diffusa che si possa tornare a uno ‘stato di natura’ originario, non influenzato da fattori culturali, economici e sociali, ed è stato ricordato che la ricerca nelle scienze umane esce dalla cornice di questo mito e studia invece l’essere umano come essere storico, culturale, sociale, che fonda il suo percorso su scelte e dimensioni che trascendono la sua supposta ‘natura’.
Il dipartimento, durante questa fase, non è stato solo. Diversi soggetti a livello nazionale – altri dipartimenti universitari, centri di ricerca, reti di studiose e studiosi – hanno fatto propria la mozione prodotta dal dipartimento e hanno manifestato il loro sostegno a un’idea di ricerca come pratica orientata non a legittimare o delegittimare forme di famiglia, identità, modi di vivere, ma piuttosto a costruire un sapere a servizio della libertà delle persone e delle loro possibilità, orientato a combattere disuguaglianze e discriminazioni.
In particolare, hanno manifestato il loro sostegno al documento del dipartimento di Scienze umane la Società per lo studio della storia contemporanea (Sissco), il dipartimento di Studi linguistici e culturali dell’università di Modena e Reggio Emilia, il dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale dell’università di Siena, 140 tra docenti e personale tecnico amministrativo dell’università di Bari e il gruppo di ricerca Common european research council (Erc starting grant 2015) allo Iuav di Venezia. La posizione espressa dal dipartimento, inoltre, ha trovato l’appoggio non soltanto del personale docente incardinato, ma anche di numerosi ricercatori non strutturati, sia all’interno dell’università di Verona sia a livello nazionale attraverso il Coordinamento ricercatrici e ricercatori precari universitari”.