Rileggere testi tradizionali e non, con una prospettiva diversa da quella classica conservativa. Questo il tema di “Courage, Joy, Public Happiness, Mean Love. What are the Affects of Refusal?”, convegno che il 30 maggio, a Santa Marta, ha ospitato Bonnie Honig, docente alla Brown University, Adriana Cavarero, già docente nell’ateneo veronese e Simona Forti, docente dell’università del Piemonte orientale.
Bonnie Honig, nome di spicco della political theory a livello internazionale, ha analizzato “Le Baccanti”, l’ultima tragedia di Euripide e “Wayward lives, beautiful experiments: intimate histories of social upheaval”, di Saidiya Hartman. Nonostante l’enorme distanza tra le due opere, entrambe raccontano storie di donne che si ribellano all’ordine sociale e disattendono le aspettative della società. “Le Baccanti” contrappongono all’impostazione patriarcale della città quella selvaggia dei boschi, segnando una netta linea di confine tra i due ambienti, che non possono così contaminarsi a vicenda. Le protagoniste di “Wayward lives, beautiful experiments” sono invece le donne nere di New York nei primi decenni del ‘900, che trasgrediscono le regole del matrimonio con un approccio libero alla sessualità. Alla visione conservatrice, che legge in questi comportamenti la messa in crisi della famiglia tradizionale, Hartman ne contrappone una diversa, in cui sono, invece, esperimenti di libertà e coraggio.
Il convegno, organizzato dal Centro di studi politici di ateneo “Hannah Arendt”, ha chiuso il ciclo di seminari “Felicità pubblica”.