Mercoledì 19 giugno, alle 11, nell’aula Vecchioni del Policlinico Rossi è stata inaugurata la nuova struttura che amplia gli spazi del Laboratorio universitario di ricerca medica (Lurm). Il nuovo piano ospiterà i laboratori di Chirurgia e di Neuropatologia, estendendo così l’offerta dei servizi a tutti i dipartimenti di area medica.
A presentare la nuova sede sono stati il rettore Nicola Sartor, il direttore dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata, Francesco Cobello e Maria Teresa Scupoli, direttrice del Lurm. Con l’ampliamento degli spazi si passa da 2000 a 3000 metri quadri di laboratorio, completamente attrezzati per eseguire colture cellulari e analisi di biologia cellulare e molecolare. Il costo complessivo dell’adeguamento degli impianti e delle opere murarie, degli arredi tecnici e delle attrezzature scientifiche è stato di 2 milioni di euro, sostenuto interamente da università e Azienda ospedaliera universitaria integrata. I lavori sono durati meno di un anno e hanno visto l’impegno congiunto degli uffici tecnici universitario e aziendale. La nuova afferenza del laboratorio di neuropatologia al Lurm e la possibilità di concentrare tutti i laboratori che afferiscono al centro in spazi contigui, oltre che razionalizzare e ottimizzare l’uso delle risorse dedicate alla ricerca, favorisce la contaminazione e l’incontro di idee rendendo sempre più il Lurm uno spazio fertile per la nascita di sinergie e collaborazioni scientifiche e per lo sviluppo di nuovi progetti di ricerca in campo biomedico.
Il Lurm è un centro di ricerca dedicato alla ricerca scientifica e alla diagnostica avanzata in campo biomedico, con la finalità di fornire spazi di laboratorio, tecnologie, risorse e la loro comune gestione ai dipartimenti di area medica dell’università di Verona. È stato istituito nel 1969 con l’intento di rispondere alle esigenze di ricerca e diagnostica avanzata dei reparti del Policlinico di Verona e nel 2004 è diventato un centro interdipartimentale di ricerca dell’università scaligera. Il principio fondante del centro è di riunire ricercatori interessati non solo ai meccanismi di base dei processi patogenetici ma anche alle loro applicazioni cliniche, in una prospettiva che porti i risultati della ricerca “dal laboratorio al letto del paziente”.
Nel Lurm lavorano 115 persone tra docenti, ricercatori, tecnici di laboratorio, assegnisti, borsisti e dottorandi di ricerca dei dipartimenti di area medica. A questi vanno aggiunti più di 20 studenti in tesi ogni anno. L’attività di ricerca nel Lurm spazia tra diverse aree della biomedicina ed è indirizzata verso scoperte e applicazioni che portano al miglioramento della salute e della cura delle persone. I risultati delle ricerche condotte nel Lurm, spesso in collaborazione con istituzioni in Italia e nel mondo, portano in molti casi ad applicazioni cliniche di diagnosi nell’Azienda ospedaliera universitaria integrata, come trascrivono nello schema che riassume le linee di ricerca e le attività di diagnostica avanzata svolte nel Lurm.
L’ampliamento degli spazi dedicati al Lurm, reso possibile grazie alla concreta collaborazione e sinergia tra università e Azienda ospedaliera universitaria integrata, oltre che migliorare la qualità dei servizi offerta alla ricerca biomedica, permette l’afferenza al centro del laboratorio di neuropatologia del dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, estendendo così l’offerta dei servizi a tutti i dipartimenti di area medica. Inoltre, i nuovi locali permettono di offrire spazi idonei al laboratorio di Chirurgia, già presenti nel Lurm, ma in una sede distaccata del centro.
Il laboratorio di Neuropatologia, diretto da Salvatore Monaco, è nato nella metà degli anni Settanta, ospitato in tre piccoli locali comunicanti dell’Istituto di Neurologia, sotto la guida di Nicolò Rizzuto. L’esperienza maturata da Rizzuto nei suoi soggiorni all’Istituto Bunge di Anversa, l’INSERM di Parigi, e la Neuropatologia di Philadelphia è stata il motore per la crescita di un centro diagnostico istologico e di ricerca nelle malattie neuromuscolari e del sistema nervoso centrale. Il laboratorio è diventato rapidamente meta di ricercatori italiani e stranieri e punto di riferimento per le neuropatie periferiche, per merito di uno staff tecnico e medico di riconosciuta professionalità. Nel 1987, grazie all’opera dell’allora rettore dell’ateneo, Hrayr Terzian, ha trovato sede in una nuova struttura con settori dedicati alla diagnostica biochimica, neuroimmunologica, genetico-molecolare e proteomica. Attualmente è centro di riferimento per la diagnosi di malattie neurogenetiche, demenze, patologie demielinizzanti e malattie neuromuscolari
Il laboratorio di Chirurgia, diretto da Claudio Bassi, Giuseppe Faggian e Luca Giacomello, è uno dei precursori a livello nazionale della Chirurgia traslazionale, che porta cioè i risultati della ricerca di base nella pratica clinica, ed è attrezzato per analisi biochimiche, di biologia molecolare e cellulare. La strumentazione include un microscopio interamente automatizzato, un lettore multipiastra per analisi spettrofotometriche risolte nel tempo e uno sprydryer acquisito come laboratorio congiunto con Nanomnia, una startup operante nei nanomateriali.