Da Marco Polo a Cristoforo Colombo fino all’epoca odierna della globalizzazione. Cos’è cambiato nell’interpretazione del mondo e secondo quali modelli? Di questo lungo viaggio ha parlato Franco Farinelli, docente di Geografia della comunicazione all’università di Bologna e già presidente dell’associazione Geografi italiani, ospite al polo Zanotto lunedì 21 ottobre per il terzo incontro del ciclo Presente e futuro del pianeta: ecologia, sostenibilità, politiche. A moderare la conferenza Caterina Martinelli, ricercatrice di Geografia al dipartimento di Culture e Civiltà.
“Al tempo di Marco Polo, le cose si misuravano con il tempo della vita, in giorni di cammino; con Cristoforo Colombo siamo passati dalla durata all’estensione spaziale, con la mappa presa a modello della realtà; lo sbarco sulla Luna ha costituito uno spartiacque ulteriore, dallo spazio alla rete, con i computer che hanno iniziato a mettersi in dialogo tra loro”, ha esordito Franco Farinelli.
Un’eredità fatta di logiche interpretative che tuttavia non lascia immuni dalla difficoltà legata alla comprensione della realtà perché, come ha osservato il docente, “gli sconvolgimenti a cui il mondo è sottoposto oggi non sono ancora stati modellizzati a dovere”.
Quali strategie mettere in atto quindi per continuare a capire come funziona il mondo pur nella complessità che presenta? Secondo Farinelli “è un passaggio possibile solo se si ha l’accortezza di far fronte a quello che accade oggi con la consapevolezza che possiamo comprenderlo solo se riusciamo ad avere memoria dei modelli precedenti per adattarli quasi febbrilmente al bisogno, un po’ come hanno fatto gli umanisti a loro tempo”.
“Questo il significato di ‘nuovo umanesimo’ e insieme la scommessa che il metodo degli umanisti porta con sé: tecnologia, consapevolezza, progetto critico e operazione di traduzione e tramando”, ha concluso il docente.