Sono passati cinquant’anni da quel terribile 12 dicembre 1969, data della strage di piazza Fontana, a Milano, che viene ricordata come il primo attentato terroristico nella storia italiana. Un’esplosione colpì la Banca nazionale dell’agricoltura causando 17 morti e 88 feriti. Conosciuta come la “madre delle stragi” e come l’evento che diede inizio alla cosiddetta “strategia della tensione”, molti aspetti sono rimasti oscuri e incerti. A questo proposito si sono riuniti, venerdì 21 novembre al polo Zanotto, per dibattere su quell’evento alcuni esperti tra i quali Guido Salvini, magistrato, Paolo Morando, giornalista e Paolo Ventrone, docente dell’università di Macerata.
“Il convegno di oggi vuole rievocare e consentire ai giovani studenti che allora non erano presenti, una maggior conoscenza degli anni della strategia della tensione e delle stragi nere.”, ha detto Guido Salvini in merito all’obiettivo dell’evento e ha aggiunto: “Un’epoca tragica ma grazie allo sforzo dei magistrati i contorni sono stati chiariti”.
“La strage di piazza Fontana è una delle pagine più inquietanti della nostra storia, ci sono molti aspetti oscuri e siamo qui per fare chiarezza o almeno per fare una valutazione storica e fornire agli studenti gli strumenti per capire l’importanza di tale data”, ha sottolineato Renato Camurri, docente del dipartimento di Culture e civiltà e coordinatore dell’incontro.
Il seminario è stato promosso dal dipartimento di Culture e civiltà e dall’osservatorio Monografie d’impresa.