Il capitalismo si è evoluto, trasformando l’aspetto degli istituti finanziari e dei suoi collaboratori. Le conseguenze hanno portato pochi a guadagnare e molti a perdere, lasciando fermentare la sfiducia dei risparmiatori nei confronti delle banche e la sofferenza dei suoi stessi lavoratori.
La presentazione del libro “Risparmio tradito”, tenutasi nel polo Zanotto venerdì 17 gennaio, ha visto la collaborazione dell’università scaligera e dell’Adiconsum di Verona. Gli interventi sono stati introdotti da Davide Cecchinato, presidente dell’ Adiconsum di Verona, che ha definito le azioni delle banche come “attacchi rapaci mirati a predare i risparmiatori”. A seguito Marco Bersani, saggista ed economista, ha ripercorso brevemente la storia dell’economia italiana, evidenziandone i momenti cardine, positivi e negativi.
In che modo è stata tradita la fiducia dei risparmiatori? “Innanzitutto l’operatore bancario, che era diventato un volto amico, soprattutto nei piccoli territori, è stato costretto dal nuovo capitalismo a diventare predatore. Le vittime designate sono in particolar modo i piccoli risparmiatori, illusi di aver costruito un rapporto d’amicizia e fiducia con il loro referente bancario”, spiega Silvia Caucchioli, avvocata dell’Adiconsum di Verona. I casi più importanti sono stati quelli di Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e quelli dei diamanti venduti come investimento sicuro, ma che invece hanno causato gravi perdite. I più feriti sono stati anziani e pensionati, spesso meno istruiti e quindi più vulnerabili dinnanzi a scelte in ambito economico. Nonostante siano stati ottenuti alcuni parziali rimborsi, rimane una forte percezione di ingiustizia e abbandono. Molte banche hanno provato a riversare la colpa sulle scarse competenze di molti investitori, ma, come evidenziato dallo studio condotto dall’ateneo, anche i clienti più informati e consapevoli sono stati vittime di questo sistema.
Lo scopo della ricerca è stato analizzare questa relazione di fiducia caduta. Giorgio Gosetti, docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro in ateneo, ha voluto specificare come le vittime consapevoli di questo cambio di passo del sistema capitalistico siano stati i lavoratori bancari: “Sono stati resi complici delle banche nella manipolazione dei rapporti con i clienti, in un regime di totale asimmetria tra i benefit e le grandi responsabilità assunte”. Nell’analisi dei dati raccolti Antonia De Vita, docente di Pedagogia generale e sociale, ha discusso i risvolti psicologici del biocapitalismo, paragonandolo al sistema fordiano della fabbrica: mentre prima l’alienazione era data principalmente dallo sforzo fisico, ora i lavoratori subiscono una forte alienazione psicologica, un vero e proprio “prosciugamento dell’anima”. L’azienda bancaria non solo tradisce i suoi utenti, ma svilisce il lavoro dei suoi collaboratori.
Sarà possibile ritrovare un rapporto di fiducia? Gli esperti sostengono che “Sicuramente la speranza c’è, ma ci vuole anche molto impegno. È necessario che il risparmiatore e il lavoratore bancario sviluppino una consapevolezza adeguata ad affrontare il sistema bancario, anche attraverso la somministrazione di informazioni precise e verificate. È importante che il risparmiatore percepisca di non essere stato abbandonato. Raccontare questo tipo di problematiche è un inizio, che servirà come base per creare alleanze solide e degne di fiducia”.