Se ne è andato sabato 18 gennaio Luciano Vettore, per molti anni professore ordinario di Medicina interna dell’università di Verona e sicuramente una delle figure di riferimento culturale che ha caratterizzato e contrassegnato con la sua azione la vita della Scuola veronese di Medicina nelle ultime decadi.
I funerali si terranno venerdì 24 gennaio alle ore 16 nella chiesa di San Bernardino, Stradone Antonio Provolo, 28, Verona.
Il ricordo dei suoi colleghi:
“Di origine veneziana, e quindi di formazione patavina come quasi tutti i Maestri fondatori del Policlinico, aveva seguito Giorgio De Sandre da Trieste per approdare infine alla Patologia medica di Verona. Insieme a lui, a Giuseppe Perona, Roberto Corrocher, Giovanni Pizzolo, Gian Luigi Cetto fu uno degli artefici della disseminazione di una serie di saperi che, originando dalla Medicina interna, hanno poi gemmato le Sezioni e le Scuole di specialità di Ematologia ed Oncologia medica.
Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo come uomo e come docente ne ricordano l’autorevolezza connaturale e l’ironia abbinate alla grande passione civile tipica di quegli anni, nonché l’onestà intellettuale e il rigore metodologico che egli considerava strumento ineludibile per il ragionamento e la discussione clinica con gli allievi.
Ma probabilmente il suo tratto più distintivo, che ne caratterizzò costantemente l’azione, fu la consapevolezza del ruolo “alto” del dovere di diffondere il sapere, ruolo proprio e qualificante – dovere civico – del professore universitario. Attraverso questa persuasione, si appassionò ad una nuova disciplina che si stava affacciando in quegli anni nel mondo dell’accademia italiana, in particolare a Medicina. Approfondì e fece scoprire a molti la Pedagogia medica, la scienza cioè che studia il modo in cui i meccanismi di apprendimento si concretizzano e costituiscono poi il bagaglio tecnico permanente di ciascuno.
La nostra comunità deve grande riconoscenza a Luciano Vettore che, dapprima come presidente della commissione per la Didattica e poi come presidente di corso di laurea, pionieristicamente in Italia già sul finire degli anni Ottanta introdusse la didattica tutoriale come metodo essenziale per la progressione culturale degli studenti. Venne così a trasformarsi il vecchio concetto della lezione frontale “ex cathedra” come unico mezzo di trasmissione del sapere, per approdare all’idea dell’apprendimento “a piccoli gruppi”, con la simulazione dei casi clinici e l’approfondimento mirato delle nozioni sulla base dell’auto-riconoscimento e dell’autoconsapevolezza delle proprie lacune. Era un sistema innovativo ed efficace che Verona per prima adottò e perseguì negli anni. Sistema, che il professor Vettore, come presidente della Conferenza dei presidenti di corso di laurea in Medicina e Chirurgia, riuscì insieme ad altri a diffondere in tutte le università italiane.
Questa eredità profonda di Luciano Vettore non scomparirà, ma anzi si riproduce e si perpetua tutti i giorni nelle nostre aule e nei nostri giovani. Come Luciano ha voluto”.
Chi volesse lasciare un ricordo può scrivere a ufficio.stampa@ateneo.univr.it
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“Luciano Vettore, aveva alle spalle una profonda cultura pedagogica ed una grande maturità di pensiero; i suoi documenti erano frutto di profondo studio, le sue costruzioni erano di una logicità e lucidità esemplari, di una chiarezza assoluta, le sue affermazioni di grande razionalità; guardava al futuro, che poteva sembrare anche di difficile realizzazione, ma soleva ripetere “seminiamo, seminiamo, qualcosa resterà”. E’ stato un grande Presidente e un grande Maestro, ed enorme è stato il suo impatto nella formazione pedagogica di noi presidenti. E’ stato presidente della Conferenza dei presidenti di corso di laurea in Medicina e Chirurgia dal 1995 al 1997. I suoi anni sono stati di piena continuità con i precedenti e in armonia con quelli che sarebbero venuti, tutti connotati da un impegno costante a formulare proposte sia pedagogiche che didattiche, le prime vigorosamente sostenute a fondamento di una formazione student-centered dei futuri medici, le seconde formalizzate durante il suo mandato in modo definitivo nella terza edizione della riforma dell’ordinamento didattico. In tutti gli anni successivi, il suo apporto da Past-President, ha contribuito alla definizione del core curriculum e la promozione della didattica professionalizzante. Luciano Vettore è stato per noi tutti un esempio, un maestro, una guida. Per tutti noi indimenticabile” – La Conferenza permanente delle facoltà e scuole di Medicina e Chirurgia, la Conferenza permanente dei presidenti dei CLM di Medicina e Chirurgia, l’Intercollegio di area medica
Leggo della scomparsa dell’amico Luciano Vettore con il quale ho condiviso tanti bei momenti della mia permanenza presso la Facoltà di Medicina. Uomo di morale integerrima e di doti umane non sempre scontate nell’ambiente universitario. Come medico era assertore dell’unità tra la biologia di base e l’arte medica. Ricordo i suoi accorati interventi come presidente del Corso di Laurea di Medicina, sempre in favore di una didattica moderna e vicina agli studenti, la sue iniziative a favore del metodo del “Problem solving” che coinvolgevano insieme medici e biologi che si mettevano a disposizione degli studenti. “Non omnis moriar” scriveva il poeta, l’insegnamento di Luciano sopravvive in chi studenti e colleghi lo hanno conosciuto – Carlo Morandi, ex collega biologo della Facoltà di Medicina e Chirurgia
Se ne è andato via un altro grande personaggio della gloriosa famiglia medica italiana, lasciandoci tutti quasi increduli di fronte ad una così grave perdita per la comunità scientifica nazionale, e non solo. Ho conosciuto Luciano nel 2001, in occasione del trasferimento di mia moglie Antonella Afeltra dalla Sapienza al Campus Biomedico. Mi sono chiesto più volte il perchè Lui avesse individuato in me un possibile realizzatore di un CD di Semeiotica Pratica quale sussidio multimediale per l’apprendimento e la verifica delle principali manovre semeiologiche indirizzato agli studenti della Facoltà di Medicina. Ebbene, grazie alla sua tenacia, ci siamo riusciti! E il Suo progetto ha visto la luce nel 2003. Durante quell’anno di lavoro “in concert” ho avuto modo di incontrarlo in numerose occasioni e di poterne apprezzare le grandi doti culturali ed umane: Luciano concepiva gli studenti, futuri medici, come il “baluardo” che avrebbe difeso l’integrità, fisica e psicologica, dei suoi tanto amati pazienti. Sì perchè, nella Sua intelligente ed arguta maniera di concepire la vita, al primo posto c’era l’amore per gli allievi, gli ammalati e per i suoi familiari: tutto il resto poco contava… L’ultima volta che l’ho sentito telefonicamente, mi ha serenamente ribadito il senso della Sua malattia manifestando una forza straordinaria nell’affrontarla per cercare di vincerla: anche questo ha rappresentato per me un ulteriore insegnamento, che ben pochi sono in grado di offrire. Mi sento onorato di aver potuto collaborare con Lui, e di aver così imparato tantissime cose che ancora non facevano parte del mio bagaglio culturale. Luciano mancherà a tutti noi! – Antonio Amoroso, Prof. di Medicina Interna f.r, SAPIENZA – Università di Roma
Ho conosciuto Luciano alla fine degli anni ’90, quando è iniziata la mia collaborazione didattica con l’Università Campus Biomedico di Roma. Nel 2001 mi sono trasferita dalla Sapienza alla nuova Università e ho avuto il privilegio di condividere con Lui l’insegnamento di Clinica Medica in quanto Luciano avrebbe successivamente lasciato l’incarico, passando a me il testimone. Fu un’esperienza bellissima per la metodologia didattica innovativa, per il rigore nel ragionamento clinico, per l’entusiasmo con cui coinvolgeva i giovani, nonostante le tante difficoltà dell’esame di Clinica Medica che i nostri studenti di allora, oggi miei allievi, ancora ricordano con orgoglio. E non dimentico la sua dolcezza, la sua onestà intellettuale, il sorriso e la gioia con cui iniziava quelle giornate di lavoro, che duravano tantissime ore, stropicciandosi le mani quando entrava in aula ed accoglieva bonariamente gli studenti. A distanza di così tanti anni ancora conservo il materiale didattico di quelle lezioni ed i casi clinici complessi su cui i nostri studenti lavoravano in piccoli gruppi durante tutta la mattina e poi esponevano quanto avevano elaborato. Le sue epicrisi rappresentavano la sintesi mirabile della sua enorme cultura clinica. Ciao Luciano, ti siamo grati per tutto quello che ci hai lasciato! – Antonella Afeltra, Professore Ordinario di Reumatologia, Università Campus Bio-Medico, Roma
Passione, rigore, competenza, professionalità, onestà e umanità, questi gli attributi, tutti eccezionalmente spiccati, che hanno caratterizzato le attività nelle quali Luciano Vettore si è impegnato. E poi, affabile, ma sempre autorevole, simpatico e ironico, ma sempre sopra le righe, acuto osservatore, ma sempre discreto, coerente col suo pensiero, ma sempre pronto al confronto di opinioni. Potrei andare avanti per un bel po’ elencando le doti di questo caro amico che ci ha lasciati. Le testimonianze che hanno preceduto la mia riguardano il Luciano Vettore “arrivato”, io voglio parlare del Luciano Vettore giovane ricercatore ematologo, attività che svolgeva in parallelo a quella clinica senza comprometterne minimamente la qualità, anzi arricchendola col suo pensiero da vero investigatore. Quando ci conoscemmo, all’inizio degli anni Settanta, Luciano Vettore dedicava ogni ritaglio di tempo al laboratorio, dove era affiancato dalla sua “chimica personale”, la moglie Concetta De Matteis, la quale riusciva a barcamenarsi tra l’essere mamma di tre bambine e il portare avanti gli esperimenti che, notoriamente, non hanno orari; era una continua staffetta tra moglie e marito. L’amore che Luciano Vettore aveva per la ricerca in laboratorio era talmente grande che spesso finiva per ricorrere all’autofinanziamento, visto che i fondi erano molto limitati! Ma nonostante ciò, da quel piccolo laboratorio uscivano continuamente risultati di livello come pure nuove metodiche che consentissero di separare e quantificare sempre meglio le varie emoglobine presenti negli eritrociti, o di separare i globuli rossi in base alla loro età, tanto per citare due esempi. La sua profonda conoscenza della letteratura scientifica e il suo approccio, sempre innovativo, nell’affrontare i problemi erano le carte vincenti del Ricercatore Luciano Vettore. In un paio di occasioni abbiamo lavorato e pubblicato insieme; si è trattato di brevi periodi, ma sufficienti a farmene apprezzare le competenze professionali e organizzative, lo spirito critico e la brillante intelligenza, doti che Luciano Vettore avrebbe ampiamente dimostrato di possedere anche come docente, come formatore di medici, prima uomini e poi medici, come ideatore della SIPeM, come autore di libri, ecc. Da quelle brevi collaborazioni è nata una magnifica amicizia, una di quelle amicizie uniche, che, se capitano, capitano molto di rado nella vita. Frequentando da amico Luciano Vettore e tutta la sua famiglia mi ha fatto capire a fondo che in lui non c’era mai nulla di scontato, poco importa se si trattasse di curare un paziente, di affrontare un problema di lavoro o legato alla vita di tutti i giorni, di rapportarsi col prossimo; il suo pensiero era sempre innovatore, critico, costruttivo, aperto al confronto e, dulcis in fundo, pronto alla battuta ironica e intelligente. Ci mancherai caro Luciano, come ricercatore, come formatore, come collega, come punto di riferimento e come amico “unico”. Grazie per tutto ciò che hai saputo donarci! – Ernesto E. Di Iorio Docente emerito di Biochimica e Biochimica-fisica ETH di Zurigo