“La meccanica quantistica è una teoria peculiare che rende controverso rappresentare il mondo naturale come indipendente dall’osservatore. Questa teoria ha suscitato fin dall’origine diverse discussioni, molte sviluppate proprio dai suoi creatori. Ci sono ambiti del dibattito, però, che non sono stati approfonditi nell’ambito fisico, che tende a prediligere un approccio strumentale, e che la filosofia ha quindi scelto di risollevare”, ha spiegato Federico Laudisa, docente di Logica e filosofia della scienza all’università di Trento.
Mercoledì 19 febbraio, al polo Santa Marta, si è tenuto l’incontro intitolato “Oltre le due culture. Per un dialogo interdisciplinare fra logica, filosofia e scienze della comunicazione”.
L’evento è stato introdotto da Massimiliano Badino, docente di Logica e filosofia della scienza dell’ateneo, che ha presentato brevemente il libro “La realtà al tempo dei quanti. Einstein, Bohr e la nuova immagine del mondo” di Laudisa.
Ripercorrendo gli sviluppi intrapresi nel campo della meccanica quantistica, l’autore ha mostrato come la relazione tra fisica e filosofia si dimostri oggi più che mai necessaria. Come spiegato dal docente, i padri fondatori della teoria quantistica presero molto sul serio le questioni filosofiche da essa sollevate, ma, per gran parte del secondo dopoguerra, emerse progressivamente un’attitudine volta a prediligere il valore predittivo del formalismo e a mettere in parentesi i problemi concettuali. Oggi, tuttavia, di fronte agli enigmi rappresentati da fenomeni come i buchi neri, forse proprio la riscoperta della riflessione filosofica è l’ingrediente mancante per il cambio di paradigma richiesto da molti esperti.
Al termine dell’esposizione è stato aperto uno spazio per le domande dal pubblico, con uno stimolante dibattito sulle tematiche trattate.