La pandemia da Coronavirus sta dilagando in tutto il mondo, colpendone il sistema sanitario e compromettendo quello socio-economico. Le aziende del nostro territorio ne stanno risentendo, così come ne risentiranno in futuro. Come inciderà questa crisi planetaria sulle imprese e in che modo le piccole-medie aziende potranno affrontarla? Andrea Beretta Zanoni, docente del dipartimento di Economia aziendale dell’ateneo, ha risposto ad alcune domande sul tema.
Come la crisi portata dalla pandemia impatterà sugli obiettivi aziendali? In che misura obbligherà le aziende a ridefinire le azioni necessarie per conseguirli?
La crisi ha e avrà impatti significativi, per cui occorrerà muoversi su tre fronti. In primo luogo, gestendo il periodo di lockdown e i suoi impatti con la priorità di allungare i tempi della resistenza finanziaria, ottimizzando con tutti i mezzi disponibili – quindi anche quelli introdotti dalla normativa – l’andamento della liquidità. Successivamente, gestendo la prima fase di ripartenza, cioè preparandosi già ora al post-lockdown – che sarà sicuramente graduale, viste le differenze nella diffusione del virus tra i diversi Paesi – poiché ogni impresa deve comprendere quali saranno i comportamenti e i bisogni immediati dei propri clienti e verificare la “tenuta” della supply chain. Infine, ragionando adesso sul futuro elaborando scenari alternativi, perché non sappiamo come sarà il “next normal”, ma sappiamo che sarà diverso, e molto, quindi non possiamo farci trovare impreparati.
Ora che si stanno vedendo gli effetti positivi dello smart working a livello di produttività e feedback da parte dei dipendenti, quali nuovi scenari ritiene o auspica possano aprirsi a emergenza conclusa?
L’attenzione di tutti è stata richiamata per necessità sull’importanza dello smart working. Si può discutere a lungo di come si lavorerà in futuro, o sulla produttività reale con questo sistema, ma credo che la vera questione sia un’altra: si deve comprendere una volta per tutte, anche alla luce della prossima evoluzione verso il 5G, che nessun Paese possa rischiare ritardi o inadeguatezze nelle dotazioni infrastrutturali della telecomunicazione. In gioco non c’è solo la produttività, ma la stessa tenuta della coesione sociale, come nel caso, ad esempio, dell’energia.
Come cambierà la cultura nella direzione delle imprese, anche di piccole o medie dimensioni?
Il primo ventennio degli anni 2000 si è presentato con la tragedia dell’11 settembre, per poi proseguire nel 2008 con una crisi finanziaria ed economica: ci lascia ora così, con questa pandemia. Tutto ciò dovrebbe ricordarci una verità che le generazioni passate conoscevano e che noi abbiamo, almeno in parte, dimenticato: le organizzazioni sociali, le istituzioni, i valori, le nostre vite, tutto è molto più fragile di quanto ci piaccia credere. In ogni campo, in ogni attività, il futuro andrà affrontato con questa ritrovata consapevolezza. Le organizzazioni andranno guidate con una costante attitudine strategica, e cioè con impegno nell’analisi, con senso della direzione, con una visione, ma anche con la disponibilità emotiva e psicologica a cambiare tutto, in ogni momento, velocemente.