In un momento, quale quello attuale, in cui non solo è impossibile prendere un treno, ma lo è anche, senza adeguata autocertificazione, muoversi a piedi, le parole di Francis de Croisset “la lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno” riportano all’infinità di viaggi in mondi lontani e all’interno del sé resi possibili dal testo letterario.
Nel riflettere su possibili titoli di libri con i quali fronteggiare questi giorni difficili, ho cercato di individuare testi facilmente reperibili anche in tempi di chiusura totale e, quindi, disponibili in formato e-book. Amo il profumo delle pagine cartacee e la possibilità di segnare a matita frasi che mi sembrano rilevanti, ma penso che la situazione attuale stia avvicinando un numero crescente di lettori al mondo degli e-book.
Il primo testo che suggerirei, Come un romanzo di Daniel Pennac (1992), invita al piacere della lettura, piacere che assume maggior rilevanza in questo periodo. Pennac, partendo dall’assunto che “il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo amare…il verbo sognare…,” individua dieci inalienabili diritti del lettore. Tra questi, il “diritto di non finire il libro” che si è iniziato. Un diritto che, in questo momento di obblighi e costrizione, ci libera da quel senso di inadeguatezza che sovente accompagna l’abbandono della lettura di un libro da altri ritenuto eccellente. In tempo di Covid-19, anche il quarto diritto elencato da Pennac- “Il diritto di rileggere”- assume, a mio vedere, ulteriori significati. Rileggiamo ciò che abbiamo amato cogliendovi, forse anche grazie alla situazione attuale, sfumature non colte in passato e nel far ciò esercitiamo anche il sesto diritto, ossia quello al “bovarismo”, il diritto ad emozionarsi e a lasciarci emozionare dalla storia.
Consapevoli pertanto del nostro “diritto di non finire i libri” consigliati, continuerei con un capolavoro contemporaneo: L’atlante delle nuvole (disponibile in versione e-book in lingua originale, Cloud Atlas, 2004) di David Mitchell che è stato adattato dalle sorelle Wachowski e da Tom Tykwer nel film Cloud Atlas del 2012 di cui suggerirei la visione. Un romanzo che, a partire dal portato onirico del titolo, ci conduce in mondi “altri” e in epoche e luoghi diversi. Sei frammenti di vite uniti da un fil rouge che percorre le epoche e i paesi in cui tali racconti sono ambientati: una voglia a forma di stella cometa accomuna i personaggi e crea un gioco di connessioni implicite, vagheggiate, sognate e sentite.
Alice nel Paese dei Quanti (Alice in quantumland 1994) di Robert Gilmore permette, invece, di viaggiare in un universo che funziona al contrario evocando, con un parallelismo presente non solo nel titolo, il mondo finzionale di Alice in Wonderland. Più inafferrabile del signor Coniglio Bianco, più bizzarro del Cappellaio Matto, più affascinate dell’enigmatico sorriso dello Stregatto è il mondo della fisica quantistica che Gilmore, con grande efficacia narrativa, descrive come una fiaba.
Dal microcosmo degli elettroni e dei fotoni evocato da Gilmore, si passa, con la scrittura di Alice Munro – vincitrice del premio Nobel per la letteratura nel 2013 – all’analisi dell’irriducibile complessità delle emozioni umane. Nella raccolta di nove racconti contenuti in Nemico, amico, amante… (Hateship, Friendship, Courtship, Loveship, Marriage: Stories, 2002), la “regina delle short stories” intreccia con l’abilità che le è consueta, le vite e l’intimità dei personaggi che li popolano con la natura selvaggia- e quasi empaticamente partecipe alle emozioni umane- del paesaggio canadese. Tale è la capacità dell’autrice di cogliere la “sostanza dell’umano” da rendere la descrizione dei frammenti di vita e l’esplorazione dell’interiorità dei personaggi un’occasione privilegiata di viaggio all’interno del sé e della propria memoria emotiva per i lettori.
Ultimo, ma non ultimo, vorrei suggerire un testo, non finzionale in questo caso, dedicato al digital teaching: Teaching Online. Tools and techniques, options and opportunities (2010) di Nicky Hockly e Lindsay Clandfield. Il Covid-19 ha, infatti, determinato la necessità per tutti i livelli di istruzione di introdurre la didattica digitale come unica modalità alternativa per dare continuità alla programmazione didattica con gli alunni e studenti. Pur essendo il posizionamento del sistema educativo nell’era digitale una delle più importanti sfide di innovazione del sistema scolastico e universitario – nonché uno degli obiettivi del progetto di eccellenza sulle Digital Humanities del dipartimento di Lingue e letterature straniere – tutti noi docenti ci siamo trovati a fare i conti con una modalità di insegnamento non paragonabile, per modalità e tempistiche, a quella in presenza. In una inevitabile riflessione sulle opportunità e sulle criticità della didattica digitale, mi sembra quindi che gli strumenti, le tecniche e i suggerimenti proposti da Hocklye e Clandfield possano essere validi alleati nella sfida “didattica” all’emergenza Covid-19.
Chiara Battisti, docente di Letteratura inglese nel dipartimento di Lingue e letterature straniere