Paolo Fiorini, Tiziana Franco, Mario Pezzotti e Aldo Scarpa faranno parte della commissione di esperti per l’elaborazione delle linee guida del nuovo programma nazionale per la ricerca 2021-2027.
La nomina dei quattro professori dell’università di Verona è arrivata nei giorni scorsi dal ministero dell’Università e della Ricerca che ha individuato i migliori scienziati italiani per costituire tale commissione. Questo documento ha una importanza strategica in quanto orienterà la politica della ricerca in Italia nel prossimo sessennio.
Paolo Fiorini, professore di Sistemi di elaborazione delle informazioni e direttore del laboratorio “Altair”, farà parte del gruppo di lavoro che si occuperà della robotica. Si è laureato in Ingegneria Elettronica all’Università di Padova, in Ingegneria Elettrica alla University of California a Irvine e in Ingegneria Meccanica alla University of California, Los Angeles Ucla. Ha lavorato al centro ricerche Zanussi (Zeltron) di Udine, ed è stato membro dello staff tecnico al Jet Propulsion Laboratory della Nasa a Pasaden. Nel novembre 2000 si è trasferito all’Università di Verona dove ha fondato il laboratorio di robotica Altair che si occupa di sistemi robotici innovativi per la medicina, la chirurgia e l’assistenza ad anziani e disabili.
Tiziana Franco, professoressa di Storia dell’arte medioevale, parteciperà ai lavori nell’ambito cultura umanistica, creatività, trasformazioni sociali, società dell’inclusione. Si è laureata in Lettere all’università di Padova, Le sue ricerche hanno riguardato la pittura, la scultura e la miniatura nelle Venezie dal IX alla prima metà del XV secolo, con particolare attenzione al tardo Medioevo; ha dedicato studi monografici su Pisanello, Michele Giambono e la cultura tardogotica di ambito veneto. Ha curato il catalogo delle sculture del Museo Civico di Belluno ed è stata tra i curatori della mostra “Trecento. Pittori gotici” a Bolzano, oltre che dell’Atlante delle pitture trecentesche nella città atesina.
Mario Pezzotti, professore di Genetica agraria, farà parte del gruppo di lavoro che si occuperà di tecnologie sostenibili, agroalimentare, risorse naturali ed ambientali. Si è laureato in Scienze agrarie all’università di Perugia ed è autore di numerose pubblicazioni su riviste internazionali. Fondatore e responsabile scientifico di “Officina Biotecnologica” e fondatore di “Diamante”, entrambi spin off dell’università di Verona, è membro permanente dell’Accademia Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, è stato membro della Commissione nazionale della Presidenza del Consiglio Bio-Sicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita, presidente della Società italiana di Genetica agraria e membro del comitato direttivo della Associazione italiana delle Società scientifiche in agricoltura.
Aldo Scarpa, professore di Anatomia patologica e direttore del centro “Arc-net Alleati per la ricerca sul cancro”, parteciperà ai lavori sia nell’ambito generale che nell’ambito salute.
Sin dagli anni ’80, si occupa di ricerca in patologia molecolare dei tumori mettendo a punto test innovativi introdotti nella diagnostica dei tumori allo scopo di definirne la prognosi e indirizzare terapie appropriate, come testimoniato da oltre 500 pubblicazioni su riviste internazionali. La biobanca del centro Arc-Net, riconosciuta dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro dell’Oms (https://bcnet.iarc.fr/about/partners_arc_net.php ), combinata con tecnologie molecolari costantemente aggiornate ha permesso lo sviluppo di ricerca e collaborazioni con istituzioni, aziende e consorzi nazionali e internazionali, quali l’International Cancer Genome Consortium (www.ICGC.org) in cui l’ateneo veronese è capofila del contributo italiano.
ll Programma nazionale per la ricerca (Pnr), previsto dal Decreto Legislativo n. 204 del 5 giugno 1998, è lo strumento dello Stato, alla cui realizzazione concorrono, le Università e gli Enti pubblici di ricerca, che conferisce un indirizzo alla politica di ricerca in Italia. Individua priorità, obiettivi e azioni volte a sostenere la coerenza, l’efficienza e l’efficacia del sistema nazionale della ricerca e contiene linee di indirizzo a livello nazionale. In tal modo garantisce coerenza alle attività di ricerca; evita ridondanze e sprechi causati da una progettazione non coordinata; fornisce un piano temporale, finanziario e progettuale, a tutti gli attori pubblici; evita la dispersione di risorse in troppe direzioni e le concentra invece nelle aree di maggiore interesse, pur garantendo il necessario supporto alla ricerca di base, libera e imprescindibile.
Con il precedente Pnr 2015-2020 erano stati stanziati 2.5 miliardi di fondi pubblici a sostegno della ricerca in Italia, sia applicata che di base, grazie a programmi innovativi per aumentare il numero di ricercatori in Italia e dall’estero, investimenti mirati sulle infrastrutture e maggiore sinergia fra sistema pubblico e privato. L’obiettivo è di non essere solo un adempimento legislativo, ma diventare una piattaforma per guidare la competitività industriale e lo sviluppo del Paese attraverso gli strumenti della conoscenza.
I gruppi di esperti selezionati per i diversi ambiti si metteranno al lavoro nella prima settimana di maggio, per chiudere la scrittura del nuovo Programma nazionale della ricerca entro 45 giorni.