Per l’università di Verona, la terza missione è un obiettivo primario da raggiungere per rendere l’ateneo un luogo inclusivo e aperto alla cittadinanza. Per questo motivo, anche l’ateneo scaligero è entrato a far parte della Rete delle università italiane per la pace (RUniPace), promossa dalla Conferenza dei rettori delle università italiane CRUI. La rete, presentata ufficialmente il 10 dicembre, mira a studiare le disuguaglianze, il sottosviluppo e la povertà tutti elementi che possono essere considerate fra le principali cause dei conflitti.
Il 12 dicembre, l’università di Verona ha organizzato un webinar dal titolo “UNIVR per la pace”, al quale hanno partecipato Alex Zanotelli, missionario comboniano, e Elda Baggio, vicepresidente Medici Senza Frontiere Italia e già docente di ateneo. Raffaele Crocco, giornalista Rai e direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo, ha moderato l’incontro.
I saluti istituzionali del rettore sono stati portati da Olivia Guaraldo, delegata del rettore per il Public engagement, che ha sottolineato il ruolo cruciale della terza missione dell’ateneo nel promuovere la crescita e la consapevolezza di iniziative legate alla comunità. L’importanza della comunicazione tra ateneo e città si è vista anche nell’accordo quadro con la Fondazione Nigrizia per creare una “casa Nigrizia” in cui studentesse e studenti possano vivere insieme a richiedenti asilo nella casa dei missionari comboniani.
Alessandra Cordiano, docente di Diritto privato, ha ribadito che tra università e città si deve attivare un processo osmotico a beneficio di entrambi, in modo da poter rendere i diversi atenei dei punti di riferimento per chiunque ne abbia bisogno. “RUniPace nasce come network nazionale di quegli atenei che ispirano la propria azione ai principi fondamentali della Costituzione, delle Nazioni Unite e dell’Unione europea, per contribuire a rafforzare il legame tra pace, diritti umani, democrazia, giustizia e progresso sociale”, ha spiegato Cordiano. L’università di Verona è impegnata anche nella collaborazione con altre reti come la Rete delle università per lo sviluppo sostenibile RUS, Scholars at risk SAR e il Manifesto dell’università inclusiva.
Emanuela Gamberoni, docente di Geografia e referente del Rettore per la Cooperazione allo sviluppo internazionale, sociale e ambientale, Matteo Nicolini, docente di Diritto pubblico comparato e delegato del Rettore nella Rus, e Isolde Quadranti, responsabile del Centro di documentazione europea, hanno preso la parola per spiegare gli obiettivi delle altre reti a cui l’ateneo ha aderito nell’intento di rafforzare il suo impegno a favore della tutela dei diritti umani, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile: il Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (CUCS,) la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), Scholar at Risk (SAR) per la libertà di accademica, il Manifesto Università Inclusiva di UNHCR per l’accesso dei rifugiati all’istruzione universitaria, e infine la Rete “In difesa di” per la protezione dei difensori dei diritti umani.
Dopo l’intervento dei docenti di ateneo, sono intervenuti Raffaele Crocco, padre Alex Zanotelli, e Elda Baggio, sottolineando l’importanza di fare rete e del dialogo con associazioni e istituzioni del territorio.